di Sara Burba, laureata UCSC in Media Education
Le preoccupazioni che le immagini e i video, per dirla con il titolo di una celebre canzone, avrebbero “ucciso” e reso inutili le trasmissioni radiofoniche erano legittime dato che, (forse) durante gli anni Ottanta, non era stata prevista la diffusione del web sociale e, tantomeno, la sua ibridazione con la radio.
In questo imprevisto intreccio tra due medium, si inserisce la mia tesi di laurea magistrale in Media Education che prova ad indagare due assunti:
- se gli sviluppi tecnologici della radio rendano adatto l’intreccio con il web al lavoro educativo anche con le nuove generazioni;
- se questo possa essere un valido alleato nello sviluppo delle comunità.
Durante il percorso di tesi, ho svolto una ricostruzione della letteratura e uno studio di caso, promuovendo un’indagine empirica. Quest’ultima, infatti, si colloca a valle di un progetto socio-educativo di comunità e a monte del prosieguo di esso: ho costruito un questionario, rilevato e riletto i dati relativi alla web radio fondata e operante nel contesto in cui vivo.
Analizzare il percorso che la radio sviluppa durante tutto il Novecento, passando da medium analogico a digitale, ripercorrendo parallelamente usi e abitudini che il suo pubblico mette in atto, è stato per me particolarmente interessante. È emerso come nel corso del tempo ne sia stato privilegiato un utilizzo sempre più personalizzato e mobile, per adattarsi perfettamente alla modalità contemporanea delle dinamiche del web 2.0.
A partire dalle indagini sull’uso della radio, svoltesi in Italia dal 2015 al 2022, emergono le caratteristiche di resilienza e sintonia con l’evoluzione tecnologica: la radio non nasce naturalmente con il prefisso “web”, bensì lo acquisisce dopo un secolo di storia, durante il quale colpisce la sua versatilità e la capacità di cogliere i mutamenti della società in cui è inserita.
La radio, infatti, dopo lo sviluppo come medium broadcasting negli anni Venti e l’ampia diffusione tra le due guerre, ebbe un importante utilizzo durante la Seconda guerra mondiale soprattutto per informare la popolazione; ma, al termine dei combattimenti, fu subito rimpiazzata dalla televisione, che prese il posto di primo piano nel salotto familiare. Quello che avrebbe potuto segnare dunque il suo completo declino nell’ambito del sistema comunicativo di massa, diventò un periodo di rilancio e rinascita grazie ad un’invenzione, quella del transistor nel 1948, che le permise di diventare “portatile”, perché fu possibile ridimensionare il volume dell’apparecchio (miniaturizzazione) e liberarla dalla collocazione domestica grazie a piccole batterie.
L’avvento della banda FM e del digitale accentua il passaggio alla comunicazione mobile con l’aumento della gamma degli oggetti e dei servizi offerti, con le più elevate quantità di contenuto e di memoria disponibili e con l’ulteriore miniaturizzazione degli oggetti grazie al passaggio dal transistor al microchip.
Grazie alle potenzialità dello streaming per la diffusione via Internet di eventi in diretta, si apre così una nuova fase che vede finalmente la nascita delle radio…con il prefisso web! In Italia appaiono nel 1997, arrivando nel 2021 a circa 700 emittenti radio registrate, comprese alcune di quelle che sono presenti anche in FM e in digitale, che hanno una corrispondente emissione web.
Altra innovazione di grande portata per la radiofonia è stata il podcasting, tecnologia che ha permesso la distribuzione di materiali audio e video attraverso la rete, dando all’utente la possibilità di ricevere automaticamente i contenuti a cui è interessato.
Il podcasting si è diffuso in Italia a partire dal 2005, con le prime sperimentazioni RAI e parallelamente a servizi implementati da podcaster amatoriali. La radio, il primo social network del Novecento, porta con sé tutte le rivoluzioni tecnologiche precedenti, dal telefono alla rete. Oggi l’interazione tra radio e pubblico avviene più on line che al telefono: gli ascoltatori, infatti, si interfacciano attraverso social network come Instagram e Facebook.
In chiusura sono state approfondite alcune ricerche legate ad un uso della radio anche da parte delle giovani generazioni (dagli 11 ai 14 anni), dalle quali emerge:
- come la web radio sia correlata ad una presenza delle emittenti sui social network e ad un’ampia varietà di contenuti on-demand;
- un’analisi delle potenzialità della web radio, in particolare nelle modalità di espressione del podcasting e nell’uso dei social media, come due importanti attivatori della partecipazione dei giovani e dei ragazzi nei progetti educativi all’interno del lavoro con le comunità;
- una sintetica descrizione dell’approccio che sottende questo tipo di lavoro sociale con i territori e come la figura del media educator possa inserirsi e fare da anello di congiunzione tra i vari attori attraverso l’uso dei media, in questo caso tramite la web radio stessa.
In questa ricerca è presente un’indagine che espone, attraverso la costruzione di un questionario, i relativi dati e risultati dell’uso della radio in particolare della fascia d’età che va dagli 11 ai 14 anni residenti in Alto Friuli e l’approfondimento di un progetto socio-educativo, nato dalla collaborazione tra la digital radio Radio Tausia (eletta migliore radioweb nel 2021) e il servizio afferente all’Area Promozione del Servizio Sociale dei Comuni della Carnia. L’interesse di entrambi i soggetti si colloca nella realizzazione di un’esperienza di sviluppo di comunità, a favore di ragazzi e ragazze preadolescenti di una piccola vallata del territorio che si trova tra le montagne dell’Alto Friuli.
Scopo della ricerca era indagare se gli sviluppi tecnologici della radio lo rendessero un medium adatto al lavoro educativo anche rispetto alle nuove generazioni e se questo potesse essere un valido alleato nello sviluppo delle comunità.
Questo proponimento si è concretizzato nell’approfondimento di due questioni principali: le caratteristiche della radio sempre più come medium mobile e interattivo nella sua evoluzione analogica e digitale, sviluppando quindi una propensione all’accompagnamento all’uso quotidiano grazie alla sua indossabilità (vero personal media) e dai contenuti sempre disponibili (podcast on demand); e l’aspetto di interattività e partecipazione che ne fa una tecnologia di comunità, nello specifico attraverso l’uso dei social network e dell’inserimento della Media Education nei progetti educativi e di sviluppo di comunità.
A partire dalla mia tesi di laurea è possibile affermare che la radio possa essere definita “tecnologia di comunità” in quanto possiede nel proprio DNA:
- le caratteristiche di mobilità e interattività che la radio ibridata alla rete Internet ha assunto dentro di sé, attraverso la diffusione degli smartphone e dei social network;
- la propensione a stimolare la partecipazione e l’interattività degli ascoltatori.
I rilanci futuri che intravedo riguardano soprattutto la formazione specifica e la preparazione delle figure educative ad affrontare questa complessità; infatti, la velocità dei cambiamenti avvenuti non hanno visto parimenti un adeguato aggiornamento dei corsi di formazione per gli operatori del sociale. Si evidenzia inoltre una relativa novità del fenomeno, che lo rende poco noto agli educatori, e alla difficile accessibilità alla rete e alla diffusione nelle comunità delle web radio per i gruppi più aged (la maggioranza della popolazione nei contesti montani); inoltre va presa in considerazione la variabilità personale della disponibilità delle web radio alla collaborazione con servizi e territori.
Rispetto all’intenzione di ricerca, posso evidenziare le opportunità emerse dall’uso della Web Radio quale medium educativo, sia nella letteratura, che ne ricostruisce l’evoluzione definendola appunto resiliente e perfettamente a suo agio nella sua ibridazione con la rete; sia nelle recenti indagini sull’uso della radio, svolte da vari enti di ricerca e studiosi della materia.
L’indagine svolta tramite la somministrazione del questionario e i risultati emersi nello svolgimento del progetto Radio Estate, riferiti al contesto dell’Alto Friuli e alla fascia d’età tra gli 11 e i 14 anni, hanno confermato quanto emerso dalla letteratura e nelle ricerche nazionali e internazionali sul tema.
In conclusione, rispetto all’intenzione di ricerca, posso evidenziare le opportunità emerse dall’uso della Web Radio quale medium educativo sia nella letteratura (che ne ricostruisce l’evoluzione definendola appunto resiliente e perfettamente a suo agio nella sua ibridazione con la rete) sia nelle recenti indagini sull’uso della radio, svolte da vari enti di ricerca e studiosi della materia.
In sintesi, ecco alcuni aspetti significativi a livello media educativo:
• la radio è un mezzo conosciuto e utilizzato anche dai più giovani;
• è adatto all’uso personalizzato e in mobilità;
• è un medium interattivo perché presente sui social media;
• è riuscita a conservare il suo valore tradizionale adattandosi ai tempi e oggi accompagna la vita di fasce di pubblico trasversali per età, condizione economica e status sociale;
• è flessibile e aperto a nuovi contenuti;
• è aumentato l’uso dei podcast anche per l’uso on demand;
• è presente su molteplici piattaforme;
• è aumentato l’accesso alla rete per gli ascolti domestici;
• è disponibile in multipiattaforma: da app, in streaming su smartphone, tramite social network;
• è disponibile per la fruizione di contenuti audio e video degli editori senza soluzione di continuità fra le diverse piattaforme e device da parte dell’utente: si tratta della nuova frontiera della radio che è già qui.
L’indagine svolta tramite la somministrazione del questionario e i risultati emersi nello svolgimento del progetto Radio Estate, riferiti al contesto dell’Alto Friuli e alla fascia d’età tra gli 11 e i 14 anni, hanno confermato quanto emerso dalla letteratura e nelle ricerche nazionali e internazionali sul tema.
Pertanto, definirei la web radio uno strumento con grandi potenzialità da esplorare, soprattutto in un’ottica di tecnologia di comunità.
Bibliografia
- Menduni E., Il mondo della radio,il Mulino, Bologna, 2012.
- Bonini, T., La radio in Italia. Carocci, Roma 2013.
- Bonini, T., La radio nella rete. Costlan, Milano 2006.
- Lupo L., Podcasting. Meltemi, Milano 2019.
- Ripamonti. E., Collaborare. Carocci, Roma 2018.
- Rivoltella P.C., La scala e il tempio: Metodi e strumenti per costruire Comunità con le tecnologie, Franco Angeli, Milano 2021.
- Spinelli M. Dann L., Podcast, minimum fax, Roma 2021.
- Zanchini G., Fare la radio nell’epoca dei social network. come i new media stanno cambiando un vecchio medium, in Sociologia della Comunicazione, 41-42/2011, pp 143-160, DOI: 10.3280/SC2011-041011.
Sitografia
- Astorri C., La storia infinita dei giovani e la radio: la ascoltano o no? del 27/09/2022. In Internet, URL: La STORIA INFINITA dei GIOVANI e la RADIO: la ASCOLTANO o NO? – Claudio Astorri .
- Bonini T., Benjamin, Facebook e la fine della distanza tra la radio e il suo pubblico. In doppiozero, Milano, del 13 settembre 2011. In Internet, URL: https://www.doppiozero.com/benjamin-facebook-e-la-fine-della-distanza-tra-la-radio-e-il-suo-pubblico.
- Brillo L., I dati del podcast in Italia: la ricerca IPSOS 2021 del 5 ottobre 2021. In Internet, URL: https://vois.fm/i-dati-del-podcast-in-italia-la-ricerca-ipsos-2021/.
- Confindustria Radio Televisioni (CRTV), L’ascolto radiofonico torna a crescere, 2° semestre TER 2021: +3,8% del 3 marzo 2022. In Internet, URL: L’ascolto radiofonico torna a crescere, 2° SEMESTRE TER 2021: +3,8% (confindustriaradiotv.it).
Per approfondire
- “Educazione civica digitale. Un’ipotesi per la scuola primaria”, gli esiti e le progettazioni del corso sperimentale in Lombardia, CREMIT
- “Educazione civica digitale. Un’ipotesi per la scuola primaria”, continua il corso sperimentale per le scuole lombarde, CREMIT
- “Educazione civica digitale. Un’ipotesi per la scuola primaria”, parte il corso sperimentale per le scuole lombarde, CREMIT