di Eleonora Mazzotti
Cosa accade nel mondo dei social media in questo momento?
Quanti followers su Instagram? Quanto ha guadagnato Amazon? E Groupon? Quanti like su Facebook? Quanti alberghi prenotati su Booking?
Proviamo ad aprire il sito the internet in real time e, finito di leggere l’articolo, guardiamo i numeri in corrispondenza di ogni social.
Un breve “gioco” che ci permette di avere uno sguardo su come oggi il Social non sia semplicemente un mezzo per i “più giovani” o “per chi ha tempo da perdere”, ma è trasversale alle età, definisce e permette un incontro, uno scambio, anche economico, un ponte di relazioni.
Proviamo a tracciare qualche idea sul tema aiutandoci con tre parole: portabilità, socialità e autorialità che ci permettono di inscrivere in una cornice educativa una tematica fondamentale.
Possiamo avere la
velocità relazionale e comunicativa perché i media sono portabili: sono con noi,
nelle nostre tasche, come direbbe Sonia Livingston.
Se pensiamo ai primissimi modelli di telefono cellulare, oltre a pesare molto,
avevano una memoria irrisoria rispetto a quelle dei moderni smartphone,
necessitavano di lunghi tempi di ricarica della batteria e poche decine di
minuti per esaurirla completamente.
E’ evidente come il media stesso, per le sue caratteristiche strutturali e intrinseche, non potesse ricoprire la stessa funzione che ha oggi: grazie alla ridotta dimensione del device unita ad agilità, connettività, leggerezza e multifunzionalità, diventa e rappresenta un’estensione della nostra memoria, delle nostre relazioni e dei nostri contatti quotidiani.
Floridi (2014)
introduce il concetto dell’ONLIFE come di un momento in cui non è più possibile
delineare, tracciare confini netti tra online e offline. C’è un’ibridazione
della nostra vita: sempre connessa.
L’essere “always on”, ci permette di
considerare la relazione online e quella offline non come due modelli
differenti e opposti, ma “semplicemente” come due modalità diverse di
comunicare. Tema strettamente connesso a quello della socialità.
La dimensione della
relazionalità sociale, della creazione e del mantenimento dei legami sono tra
gli aspetti fondativi dei social network.
Nel Web si consolidano legami che, in presenza, sono alimentati da una
vicinanza fisica e si creano legami meno forti, i cosiddetti “legami deboli”,
quell’insieme di connessioni che stabiliscono una rete per risolvere piccoli
problemi quotidiani.
É bene notare come, ancora una volta, è evidente che le relazioni online non si contrappongano alla socialità in presenza, ma sono parte di una stessa rete, facce della stessa medaglia.
Se ciò è possibile,
se è possibile entrare in relazione con l’altro online, è grazie al fatto che i
media ci permettono di essere autori di contenuto e di significato, parliamo
infatti di autorialità.
Se fossimo ancora solo fruitori di contenuto,
saremmo lontani da un’idea di comunità che si staglia dalla relazione attiva e
partecipativa, ma essendo produttori attivi di post, commenti, video, podcast
possiamo entrare in relazione con l’altro a partire dalla nostra idea.
É chiaro come quest’ultimo aspetto porta con sé una grande carica educativa:
cosa produco? Sono responsabile di quello che sto per fare?
Solo un paio di domande che ci possono aiutare a vivere il social da buoni
cittadini digitali.