Sfidare la balbuzie sui banchi di scuola. Giorgio VI e il Discorso del re diventano una proposta educativa e didattica

di redazione

Sfidare la balbuzie sui banchi di scuola. Giorgio VI e il Discorso del re diventano una proposta educativa e didattica

Sfidare la balbuzie sui banchi di scuola. Giorgio VI e il Discorso del re diventano una proposta educativa e didattica


di Maria Cristina Garbui, insegnante di scuola primaria, Istituto Achille Ricci, Milano

Il Discorso del Re – Recensione di un film

Scheda tecnica:
Titolo originale: The King’s Speech
Anno: 2010
Paese di produzione: Regno Unito
Durata: 118 minuti
Regia: Tom Hooper
Sceneggiatura: David Seidler
Genere: biografico, drammatico, storico

Descrizione:
Il silenzio vibrante nell’aria dello stadio di Wembley di Londra suscita forte imbarazzo nelle migliaia di persone presenti durante il discorso tenuto dal Principe Albert, Duca di York e secondo figlio di Re Giorgio V, nell’anno 1965.
È proprio a seguito di questo ultimo accadimento che la Duchessa di York si reca nello studio di Lionel Logue, terapeuta di origine australiana ed esperto nei problemi del linguaggio, presentandosi sotto falso nome. Il Principe accetta, seppur sfiduciato, di incontrare l’ennesimo logopedista.
Il primo loro incontro, però, si apre con una richiesta insolita ed inaspettata: leggere ad alta voce un passo dell’Amleto ascoltando contemporaneamente in cuffia la musica a tutto volume.
Nonostante una prima incertezza, il rapporto tra Lionel e il Principe, che d’ora in poi verrà interpellato con il nomignolo di “Bertie”, si fa sempre più stretto e confidenziale fino a condurre Logue ad indagare le radici psicologiche del problema del Principe e svelare l’origine della balbuzie.
Alla morte di Re Giorgio V, Lionel manifesta la propria opinione al Principe affermando che potrebbe essere un ottimo Re, nell’eventualità che il fratello Edoardo rinunci al titolo. Bertie, però, non apprezza questa confidenza e tronca il rapporto con lui.
Come previsto, per amore della sua futura moglie, Re Edoardo abdica in favore del fratello, che viene designato Re con il nome di Giorgio VI. In qualità di sovrano di un grande Impero, Bertie non può più sottrarsi agli incontri e ai discorsi in pubblico. Ecco perché è costretto a chiede a Logue di poter riprendere la terapia, scusandosi per le incomprensioni passate. Tale opportunità lo porterà ad ottenere un meraviglioso riscatto nel discorso alla Nazione letto dal Principe in occasione della dichiarazione di guerra alla Germania del 1939.
Durante la lettura del discorso trasmesso via radio, infatti, Lionel guida Bertie nel mettere in pratica le tecniche imparate, supportandolo con gesti ritmici e aiutandolo con lo sguardo.
Dopo aver ringraziato Logue per il suo aiuto, il Re si affaccia al balcone di Buckingham Palace con la moglie e le figlie, e saluta a cuor contento le migliaia di persone accorse per applaudirlo.

Proposte educative e didattiche:
La visione del film è adatta alle classi alte della scuola primaria e della scuola secondaria di I grado. Ecco di seguito alcuni elementi di interesse

1) I riferimenti alla storia contemporanea sono rivelatori della figura del nobile York nel drammatico contesto storico europeo degli anni che hanno preceduto la Seconda Guerra Mondiale. Interessantissimo spunto per iniziare ad analizzare, nella scuola secondaria, la storia britannica coi propri alunni, in vista di un approfondimento in lingua inglese.

2) Bertie è balbuziente. In alcune scene del film, tratto da una storia vera, le parole che vorrebbe pronunciare faticano ad uscire dalla sua bocca, soprattutto nel momento in cui si trova a dover tenere dei discorsi in pubblico e affronta il fratello Edoardo. Ecco perché è interessante poter approfondire il discorso in classe, mettendo i bambini in situazione. È molto importante focalizzarsi sul rafforzare l’autostima dei bimbi balbuzienti, in quanto spesso è messa a dura prova. Ritengo che affrontare con tutta la classe questa tematica possa favorire un clima positivo e di aiuto reciproco in aula.

3) Lionel si propone come guida per Bertie, nel percorso di sfida che la balbuzie gli lancia. Ogni relazione educativa tra insegnante e alunno deve essere incontro e scambio: essa si costruisce giorno per giorno, a partire dal reciproco sentire e si consolida grazie alla condivisione di un vissuto. È molto importante che tra insegnante e allievo si crei un rapporto di fiducia e di stima che si consolidi in un dialogo diretto e personale anche fuori dalla classe. Lo studente deve avere la certezza che all’interno dell’istituzione scolastica ci siano delle persone di cui si possa fidare, pronte ad ascoltarlo, a dargli dei consigli, ad incoraggiarlo ma anche a rimproverarlo al momento giusto: ecco un altro spunto di approfondimento per i ragazzi più grandi.

Attività N°1: Gunther, il lupo

Destinatari: consigliato all’ultimo anno della scuola dell’infanzia e alle classi 1° e 2° della scuola primaria.

Descrizione: Come può un lupo balbuziente terrorizzare gli animali del bosco? Immaginatevi la scena: un lupo famelico balza di fronte alla sua preda e grida: «So-so-so-so-sono il lu-lu-lu-lupo e ade-ade-adesso ti ma-ma-ma-ma…». Ora, se non sono già fuggite da un pezzo, tutte le sue potenziali prede non lo prenderanno mai sul serio! Voi, per una volta, provate a mettervi nei panni del lupo. Come si sentirà?
Leggere insieme alla propria classe Il canto del lupo di Paolo Ligabue (ill. Matteo Pagani, Valentina Edizioni, 2015 ), magari portando un lupo di peluche: è molto coinvolgente e consente, anche ai più piccoli, di confrontarsi con la sfida del linguaggio.
Come prima attività si può chiedere ai bambini di riunirsi in un cerchio e passarsi il lupo di peluche, precedentemente portato e presentato dall’insegnante, chiedendo loro di prenderlo in mano e cercare di rassicurarlo, con un gesto o una parola. È molto importante che sia l’insegnante stessa ad iniziare a esemplificare la consegna, così da farsi prima promotrice di nuove strategie empatizzanti.

Campi d’esperienza: il sé e l’altro. Sviluppa la propria identità superando l’egocentrismo attraverso la conoscenza di sé e delle proprie emozioni per entrare in relazione con gli altri e le loro diversità.

Tempo previsto: 1-2 ore, a seconda dell’età e delle attività che vengono proposte.

Attività N°2: Io, come Bertie

Destinatari: consigliato a classi 3°, 4°, 5° della scuola primaria e alla scuola secondaria di I grado.

Descrizione: Bertie, per riuscire ad esprimersi con più sicurezza, seguiva i consigli di Lionel diligentemente, così da ottenere ottime performance.
I destinatari di questa attività sono coloro che hanno appena iniziato a ricercare un metodo di studio, confacente le proprie personali caratteristiche, e funzionale ad esprimersi con fluidità, talvolta anche di fronte ad un pubblico.
La proposta che si può fare alla classe è quella di chiedere ai bambini e ragazzi di stendere un testo inerente a una tematica da loro scelta in piccolo gruppo; e chiedere a un’altra classe dell’Istituto di appartenenza di leggerla. Il membro del gruppo che non sarà impegnato in questa attività, svolta a turnazione, si occuperà della video-ripresa dei compagni.
Una volta in classe, ogni gruppo si riunirà, riprodurrà il video registrato precedentemente ed annoterà quali comportamenti adottati dai compagni rendono difficoltosa l’esposizione della parte di discorso assegnata loro.
A partire da ciò che emergerà a lezione, sarà cura dell’insegnante proporre e far sperimentare delle tecniche di memorizzazione che possono essere utili agli alunni per acquisire maggior sicurezza ed esprimersi con più scioltezza. Per far ciò potrebbe essere molto interessante svolgere gli esercizi avvalendosi del metodo TPR (Total Physical Response).
Nella fase finale dell’attività proposta può essere interessante notare se, a seguito di questa esercitazione, la lettura e/o l’esposizione risulti più scorrevole.
Per approfondire la tematica trattata si può leggere o consigliare alla classe la lettura di alcuni testi. Per esempio:
– Il mio amico Tartattà di Béatrice Fontanel e Marc Boutavant, La Nuova Frontiera Junior, 2012 – per la scuola primaria;
– Tartattà in prima media di Béatrice Fontanel e Marc Boutavant, La Nuova Frontiera Junior, 2013 – per la scuola secondaria di primo grado.

Dimensioni di competenza:
Collabora nel piccolo gruppo;
Padroneggia la lettura nella modalità ad alta voce, curandone l’espressione e la dizione;
Impara a conoscere le possibilità dei principali mezzi di comunicazione nelle esperienze didattiche.

Tempo previsto: dalle 4 alle 6 ore

GLOSSARIO

Balbuzie = Secondo il manuale ICD-10, riferimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la balbuzie è “un disordine nel ritmo della parola, nel quale il paziente sa con precisione ciò che vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo a causa di arresti, ripetizioni e/o prolungamenti di un suono che hanno carattere di involontarietà”.

Empatia = noi percepiamo l’emozione dell’altro come costituita e direttamente compresa attraverso il riutilizzo degli stessi circuiti neurali su cui si fonda la nostra esperienza, in prima persona, di quella data emozione (Gallese e Ammaniti, 2014). Col termine empatia denotiamo un vissuto personale ricorrente nella vita quotidiana; la qualità empatica consiste in una certa capacità di immedesimarsi con i sentimenti e i pensieri di un’altra persona, che si riesce a comprendere in modo quasi spontaneo grazie a “un’emozione calda”1, suscitata spesso dalla prima impressione che avvertiamo. Essa esprime un bisogno fondamentale della persona: quello di essere amati (Fromm, 1956).

TPR (Total Physical Response) = il Total Physical Response è un metodo messo a punto da James J. Asher, professore di psicologia presso la San Josè State University. Esso consiste, sinteticamente, nel
coinvolgere totalmente psiche e fisico del discente attraverso l’esposizione dello stesso ad una serie di associazioni psico-motorie, i “comandi” durante l’apprendimento. È proprio in questa fase che gli apprendimenti stessi vengono ancorati ad un espressione motoria al fine di ridurre al minimo le componenti che possono causare ansia e stress durante la dinamica.

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