Ricordando il prof. Mari

di Alessandra Carenzio

Ricordando il prof. Mari



Come tutta la comunità scientifica sa, non solo quella che ruota attorno all’Università Cattolica, è venuto a mancare – improvvisamente – il prof. Giuseppe Mari. Come CREMIT ci uniamo al dolore della famiglia e di tutte le persone che hanno avuto il piacere di conoscerlo e l’onore di lavorare con lui.

Lo facciamo con le parole del nostro Direttore, Pier Cesare Rivoltella:

L’ultimo SMS due giorni fa. Me l’aveva mandato perché ero in riunione e non avevo potuto rispondergli. Mi chiedeva di ripensare al saggio che mi aveva chiesto per un volume e che gli avevo spiegato non sarei riuscito a fare. Mi chiedeva di ripensarci, Giuseppe, sottolineava quanto ci tenesse. Sono le sue ultime parole, peraltro lasciate allo scritto. Il “saluto dell’amico” che – spiegava Melchiorre nelle sue lezioni sulla fenomenologia della morte ai tempi dell’università – solo dopo che non c’è più finisci per caricare di tutto il significato che lì per lì non gli avevi attribuito. Quel “saluto” dice del mondo di Giuseppe così come l’ho conosciuto: serietà, dedizione al lavoro, impegno profuso senza risparmiarsi. Sempre di corsa, Giuseppe, tra Brescia e Milano, tra le diverse sedi della Cattolica, un po’ come tutti noi. Sempre di corsa, come il protagonista del romanzo di Budd Schulberg che un caro amico mi regalò quando divenni ordinario: “Perché corre Sammy?”. E’ la prima cosa a cui ho pensato appena saputo di Giuseppe. Mi sono detto che adesso lui corre probabilmente in un Altro Luogo, ma ci ha tenuto ad avvisarci tutti prima di andare: “Perché corre Sammy?”.

Ai suoi cari il pensiero mio e di tutto il CREMIT.

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