Scholé. Rivista di educazione e studi culturali edita da Morcelliana-Scholé, co-diretta dal professor Pier Cesare Rivoltella con Vincenzo Costa, Maurizio Fabbri, Angelo Gaudio continua la riflessione legata al dibattito attorno alla pandemia.
Le attenzioni da sottolineare per meglio accostarsi alla lettura di questo numero si rivelano duplici, così come suggerite dal professor Rivoltella:
1. La prima: l’uso al plurale del termine. Non abbiamo vissuto solo una pandemia sanitaria, ma diverse pandemie: delle immagini proposte dai media, di alcune idee che si sono propagate e imposte, della povertà. Alla discorsivizzazione della pandemia, vorremmo contrapporre i discorsi che ci vengono suggeriti dalle tante pandemie che abbiamo vissuto e che ancora stiamo vivendo. La consapevolezza è che solo un quadro realmente plurale possa restituire la complessità sufficiente a comprendere il significato di questa crisi, liberandone infine le possibilità.
2. La seconda direzione recupera come categoria alla luce della quale leggere queste pandemie quella della rottura epistemologica. Si tratta di una categoria attraverso la quale Gaston Bachelard legge il progresso della ricerca scientifica non come un continuum, ma come un processo che avanza per strappi e radicali ristrutturazioni del punto di vista. Questa vorrebbe essere la prospettiva da cui guardare le pandemie: quella della rottura, della ridefinizione del nostro modo di guardare alle cose, di leggerne e comprenderne il significato. Una lettura discontinuista del presente e del futuro che non propone, però, facili soluzioni utopistiche, tanto meno conclude con dei consolatori: “Andrà tutto bene!”. Il senso della rottura è di pensare la discontinuità per predisporre criticamente dei percorsi di elaborazione dei vissuti e delle passerelle di uscita dalla crisi.
Il numero è aperto da un contributo del professor Rivoltella (Volti della comunità), che mette in discussione la lettura positiva della crisi, facendo interagire la rappresentazione della tecnologia con i modelli di comunità e le forme della solidarietà che essa contribuisce a creare.
Amelia Broccoli con il suo contributo (Pestilenze e pandemie. Riflessioni a margine della storia) sintonizza il tema delle pandemie con la lunga durata della storia annodando i fili delle continuità e delle discontinuità.
Ad Angelo Gaudio, esperto di Illich, spetta il compito di declinare le pandemie con la scuola, adottando la categoria della de-istituzionalizzazione come strumento critico della sua analisi.
I contributi di Davide Zoletto e Vincenzo Schirripa consentono di completare un affresco interessante che tocca i temi delle migrazioni e del territorio, a cui segue un rilancio sui legami e sul senso dell’ospitalità su cui vertono i contributi di Stefano Pasta e Giuseppina D’Addelfio.
Sempre alla scuola sono dedicati i contributi internazionali di Angelo Gaudio che restituiscono uno spaccato interessante di tre realtà (il Brasile, la Repubblica Democratica del Congo, la Georgia) in cui le politiche di scuola hanno prodotto e suggeriscono spunti di riflessione di sicuro interesse.
Chiudono il numero una recensione del Convegno Annuale della SIREM di Chiara Panciroli (Il postdigitale. Società, cultura e didattica) dedicata all’attualissimo tema del post-digitale e due recensioni librarie di Enrica Bricchetto (Drammaturgia didattica. L’insegnamento come arte della vita) e di Maria Cristina Garbui (Affrontare l’improbabile: l’inibizione come disposizione creativa).
Di seguito gli abstracts:
Per approfondire:
Sito internet di Morcelliana-Scholé: https://www.morcelliana.net/schole/4387-pandemie-rotture-epistemologiche-2-2021-9788828404248.html
Pubblicato il nuovo numero di Scholé, “Educazione civica, cittadinanza e democrazia. Un’agenda per la scuola” – CREMIT, 2021
Convegno SIREM 2021: Il post digitale. Società, Culture, Didattica – CREMIT, 2021
Pubblicato il nuovo numero di Scholé, “La povertà educativa e le risposte dell’educazione” – CREMIT, 2020
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