Povertà educativa digitale, il rapporto di Save the Children con il contributo di Cremit

di redazione

Povertà educativa digitale, il rapporto di Save the Children con il contributo di Cremit

Povertà educativa digitale, il rapporto di Save the Children con il contributo di Cremit


di Anna Molinari, Ricercatrice CREMIT, Media Educator

Nel pomeriggio di lunedì 7 giugno 2021, in diretta streaming sul sito ANSA.it, si è svolta la presentazione del rapporto curato da Save The Children Italia “Riscriviamo il Futuro. Una rilevazione sulla povertà educativa digitale”, a cui il Cremit ha strettamente collaborato, in particolare Michele Marangi, Stefano Pasta e Pier Cesare Rivoltella.

Alla presentazione sono intervenuti il direttore del Cremit Pier Cesare Rivoltella e il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, insieme tra gli altri a Giorgio Righetti, direttore generale Acri, Sofia Torlontano e Ygnazia Cigna, rappresentanti del Movimento Giovani per Save the Children, Francesca Bria, presidente del Fondo Nazionale Italiano per l’Innovazione, Giovanni Parapini, direttore Rai per il Sociale.

[Video] Presentazione del rapporto disponibile sul sito ANSA.it

Pier Cesare Rivoltella ha aperto il suo intervento con la frase di Don Milani “La parola fa eguali”, attualizzandone l’insegnamento, volto a garantire a tutti il diritto di accesso alla parola “come marcatore forte di cittadinanza”, che oggi trova corrispondenza soprattutto nel diritto di “accesso al digitale, agli spazi, agli ambienti, ai luoghi di socializzazione, di appropriazione della conoscenza e condivisione della stessa”. Tuttavia, come ben mette in evidenza il rapporto alla cui redazione Cremit ha contribuito da vicino, il fenomeno della povertà educativa digitale non può essere ridotto al digital divide, inteso unicamente come problema in termini infrastrutturali e quindi di disponibilità dei dispositivi e di accesso alla connessione Internet.

Come ha illustrato Rivoltella, la nuova povertà messa in risalto dalla pandemia di Covid-19 nell’anno trascorso attraverso la didattica a distanza, richiede un’urgente analisi e una descrizione di almeno tre dimensioni: la dimensione alfabetica, che contempla i codici, i nuovi alfabeti e linguaggi; la dimensione critica, che ragiona sulle semantiche, i significati, il senso sociale e culturale; la dimensione etica, che ha a che fare con i valori, con l’esercizio della responsabilità, della cittadinanza. Intrecciando e assumendo queste dimensioni, emergono le competenze digitali per educare alla cittadinanza, fondamentale diritto di tutti gli studenti, che chiama in causa lo sviluppo del pensiero critico e la responsabilità individuale.

Rivoltella ha inoltre posto l’accento sulla demediazione della comunicazione, che ha a che fare con i valori e con l’esercizio della responsabilità, anche in giovane età:

Oggi i media sono autoriali, non sono fatti soltanto per ricevere, decifrare i messaggi, ma per produrne e pubblicarne. Questo avviene senza barriere, senza schermi di mediazione. La comunicazione oggi è demediata e ciascun ragazzino, per il fatto stesso di disporre di una connessione, di un dispositivo, va nello spazio pubblico esponendosi a rischi e assumendosi, che lo sappia o no, delle responsabilità che sono proprie di chi si esprime nello spazio pubblico.

Concludendo, in relazione a quanto emerge dal Rapporto in termini di divari, disuguaglianze digitali e gap da colmare nel nostro Paese, il direttore del Cremit ha posto in evidenza il ruolo dell’educazione civica digitale avviata nell’anno scolastico appena concluso. Rivoltella ha spiegato come pensare di ritagliare una decina di ore per risolvere il problema non sia sufficiente, poiché “l’educazione civica digitale deve diventare un’attenzione educativa trasversale per tutte le discipline e i campi di esperienza dalla scuola dell’infanzia fino all’Università”. Ha quindi affermato: “Credo che ci sia una grande scommessa da accettare e un grande piano di lavoro da immaginare”.

Il ministro Bianchi, di fronte ai dati che evidenziano il netto peggioramento della situazione scolastica nel nostro Paese, esacerbata in questo ultimo anno e mezzo dalla pandemia, mette in luce la necessità di “un ampio superamento della povertà digitale che può creare nuove barriere non soltanto fra i ragazzi, ma tra i ragazzi e i loro genitori, tra i ragazzi e i loro nonni”.

Qui il video di ANSA Forum di presentazione del Rapporto.

Qui è possibile scaricare la pubblicazione di Save The Children Italia, Riscriviamo il Futuro. Una rilevazione sulla povertà educativa digitale.

Rassegna stampa

Povertà educativa: Save the Children, lunedì rapporto “Riscriviamo il futuro” e confronto con Ministro Bianchi, esperti, rappresentanti delle istituzioni, AgenSir

Save The Children: nativi digitali? Il 32% dei ragazzi italiani non a utilizzare un browser per la didattica, La Stampa

Per approfondire

Divario digitale e DAD: urgenza oltre l’emergenza

La didattica al tempo del Covid-19: quando la scuola colma il divario digitale

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