Di Federica Pelizzari
L’accesso alle informazioni oggi è più facile che mai. Tuttavia, questa abbondanza di informazioni può essere un’arma a doppio taglio, poiché molte volte ciò che si trova online può essere fuorviante o addirittura dannoso, specialmente per i giovani. In questo contesto, la Peer & Media Education emerge come un’importante strategia per promuovere la consapevolezza, la prevenzione e l’educazione sui media tra i giovani.
Il 2 maggio scorso, nella sede di Piacenza, abbiamo avuto il privilegio di incontrare Andrea Veronelli, esperto nel campo della Peer & Media Education. Durante l’incontro, abbiamo avuto l’opportunità di approfondire le sue conoscenze e di scambiare idee riguardo a questo innovativo approccio educativo.
Che cos’è la Peer & Media Education?
La Peer & Media Education (Ottolini&Rivoltella, 2014) è un modello di prevenzione e intervento socio-educativo basato su una metodologia attiva che integra metodi e tecniche della Peer Education con gli approcci e gli strumenti della Media Education. Nata dalla Peer Education, come strategia di prevenzione socio-sanitaria, si basa sull’idea che i giovani possono imparare in modo più efficace quando sono coinvolti attivamente nel processo di insegnamento e apprendimento. In questo contesto, i “peer” giocano un ruolo cruciale, poiché sono in grado di relazionarsi meglio con i loro coetanei e di condividere esperienze e informazioni in modo più accessibile e convincente.
Inoltre, la Peer & Media Education estende le capacità comunicative dei giovani alla sfera mediale, non solo potenziando le competenze tecniche, ma soprattutto promuovendo un consapevole utilizzo degli strumenti mediatici. Questo approccio si basa su una dimensione valoriale che va oltre l’etica della partecipazione e della comunicazione, includendo anche un’etica del digitale.
Per una sintesi dei concetti suggeriamo di ascoltare un breve podcast curato da Emanuela Gazzotti dell’Università Cattolica, in preparazione della lezione aperta:
I principali obiettivi della Peer & Media Education includono:
1. Promuovere la consapevolezza critica: Aiutare i giovani a sviluppare competenze critiche per analizzare e valutare le informazioni che trovano online, distinguendo tra fonti affidabili e non affidabili.
2. Prevenire i rischi online: Fornire informazioni e strumenti per affrontare i rischi associati all’uso di Internet e dei social media, come il cyberbullismo, la dipendenza da Internet e il sexting.
3. Promuovere comportamenti responsabili: Incoraggiare comportamenti responsabili online, come il rispetto della privacy degli altri, la protezione dei propri dati personali e la gentilezza online.
4. Incoraggiare la creatività e l’espressione personale: Sostenere l’uso dei media in modo creativo e positivo, incoraggiando i giovani a esprimere le proprie idee e opinioni attraverso diverse forme di media, come video, podcast e blog.
Strategie della Peer & Media Education
Abbiamo riflettuto, attraverso dei casi studio, delle diverse strategie utilizzate nella Peer & Media Education per raggiungere i suoi obiettivi. Alcuni di queste includono:
1. L’apprendimento tra pari: Coinvolgere i giovani nella condivisione di conoscenze e esperienze tra coetanei, attraverso attività come workshop, discussioni di gruppo e progetti collaborativi.
2. L’utilizzo di media e tecnologie: Sfruttare i media e le tecnologie digitali come strumenti educativi per coinvolgere i giovani in modo dinamico e interattivo.
3. Un approccio basato sull’esperienza: Integrare esperienze reali e casi pratici nell’insegnamento, consentendo ai giovani di applicare le loro conoscenze in situazioni di vita reale.
4. La collaborazione con esperti: Collaborare con esperti del settore dei media, della psicologia e dell’educazione per garantire la qualità e l’efficacia dei programmi educativi.
Una prospettiva per il futuro
La Peer & Media Education rappresenta un approccio innovativo e efficace per promuovere la consapevolezza e l’educazione sui media tra i giovani, con i “peer” come protagonisti principali. Attraverso la formazione, si mira alla prevenzione dei comportamenti a rischio sia in presenza che online, fornendo competenze di gestione dei gruppi, comunicazione tra pari, analisi e produzione mediale, nonché partecipazione e moderazione online.
Il risultato finale è quello di vedere i media come una protesi identitaria per il gruppo dei pari, permettendo loro di esprimersi, condividere esperienze e costruire la propria identità in modo consapevole e responsabile. Questo processo contribuisce allo sviluppo di un capitale sociale orientato alla cittadinanza attiva, preparando i giovani a partecipare in modo critico e costruttivo alla società digitale in continua evoluzione.
Per approfondire: https://www.cremit.it/il-tunnel-e-il-kayak-teoria-e-metodo-della-peer-media-education/