di Emilia Brovero, Giulia Rocchi, Annamaria Strabioli (studentesse del Master in Media Education Manager di Brescia)
Viviamo un costante, inarrestabile movimento.
Siamo spinti da continui cambiamenti che investono il regolare svolgimento della nostra vita.
Abbiamo gli strumenti per stare al passo? C’è chi cammina con ritmi più lenti ed ha bisogno di un sostegno per immergersi nel nuovo mondo e camminare insieme agli altri.
Nell’epoca in cui tutto è più “smart” e raggiungibile ci troviamo a fare i conti con le epidemie che insorgono, sistemi di pagamento digitalizzati, accesso alle cure informatizzate.
Lo sviluppo tecnologico evolve, i sistemi di comunicazione si modificano e così il nostro modo di sentirci parte del sistema. Le scuole e le Università tentano di allinearsi alle nuove esigenze digitali, la società si trasforma in una rete di connessioni.
Seppur la letteratura mostri come l’apprendimento sia un processo automatico e costante in situazioni informali, questo non è così immediato in un ambiente digitale.
L’alfabetizzazione digitale necessita di formazione in un contesto di lifelong learning.
Nel 1949 Orwell pubblica 1984, testo in cui la società è controllata dal Grande Fratello, che osserva e sottomette il pensiero dell’uomo. Il libro mette in luce la volontà dell’uomo di essere libero, libero di scrivere, di amare e di pensare.
Oggi abbiamo l’illusione di avere il libero arbitrio, in realtà viviamo in una rete che ci osserva e controlla: i nostri dati, le nostre foto, le nostre parole vengono salvate per anni in banche dati e non sappiamo chi o cosa possa utilizzare la nostra memoria; leggiamo notizie, ci vengono fornite informazioni da fonti di cui non conosciamo la vera identità e attendibilità.
Seppur apparentemente liberi la nostra vera libertà risiede nella conoscenza e coscienza.
Per essere liberi dobbiamo conoscere o finiremo nell’essere inconsapevolmente governati.
La Democrazia è libertà. Libertà citando Gaber è partecipazione.
La libertà ospitata nella Democrazia permette all’uomo di evolversi culturalmente e di emanciparsi; la libertà oggi non risiede unicamente nello spazio fisico ma si estende al web, luogo che Lévy identifica come Cyberspazio, in cui norme comunicative e di cittadinanza devono essere condivise, regolate, comprese e fatte proprie.
La Democrazia prevede che il potere sia esercitato dal popolo, che nella rete diviene digitale; se la partecipazione e la cittadinanza vengono meno, si crea una frattura conosciuta con il termine Digital Divide.
Il Digital Divide è un tema caldo che non riguarda più o solamente una questione “fisica” di accesso; si parla oggi al plurale di divari, volendo indicare tutti quei fattori socio-economici che contribuiscono ad accentuare le differenze tra coloro che possono ritenersi digitalmente alfabetizzati e coloro invece che non lo sono.
Possiamo fare la spesa da casa, leggere il giornale online, prenotare una visita con un semplice clic.
Ma siamo davvero tutti così fortunati?
La paura sta colpendo maggiormente coloro che sono al confine tra lo status quo e il cambiamento. Non tutti sanno accendere un computer, non tutti sanno identificare fake in rete. La tecnologia può aiutare ma al tempo stesso diffondere senso di allarmismo, disorientamento e preoccupazione.
Il panorama formativo è ricco di corsi rivolti a coloro che vivono un gap nell’utilizzo dei nuovi media, ma i percorsi sono soliti porre l’accento sulle competenze digitali tecnico-operative tralasciando gli aspetti informazionali e strategici di ricerca.
È da queste considerazioni che nasce l’importanza di un’educazione alla rete che sia rivolta soprattutto alle fasce più vulnerabili, giovani ed anziani.
Gli sviluppi tecnologici recenti hanno accelerato il divario intergenerazionale creando ostacoli comunicativi, relazionali e difficoltà nella gestione di alcune pratiche quotidiane.
Il nostro progetto di media education “Primi passi digitali”, progettato all’interno del Master di II livello in Media Education Manager dell’Università Cattolica di Brescia, vuole formare la popolazione over-65, con l’obiettivo di renderla autonoma e consapevole, educandola ad una presenza on line che sappia rispettare una buona web reputation.
Facendo riferimento ai Framework esistenti nell’ambito delle competenze digitali, abbiamo pensato ad un corso che possa orientare l’adulto alla comprensione di ciò che esiste in rete e alla semplificazione delle attività quotidiane, ponendo le basi per la cittadinanza digitale.
Un corso breve ma efficace in cui esperti del settore guideranno i partecipanti all’esplorazione del web, delle sue potenzialità e dei suoi pericoli; dalla ricerca delle informazioni alle azioni utili, fino alla creazione di una propria identità per ampliare le possibilità comunicative e relazionali, per accorciare le distanze e creare senso di appartenenza.
L’incontro intergenerazionale tra formatore e partecipante diventa un valido supporto di accesso alla nuova realtà, al nuovo sistema digitale, aprendo le porte anche a chi si è visto costruire muri, a chi si è trovato ad affrontare nuovi spazi sconosciuti, a chi si sente al di là del muro.
Link per approfondire:
Presentazione del master di II livello in MEM (Media Education Manager): https://offertaformativa.unicatt.it/master-media-education-manager-mem-professioni-e-metodi