Narrami, o robot. Robot conversazionali: facilitatori e partner di apprendimento

di Iole Galbusera

Narrami, o robot. Robot conversazionali: facilitatori e partner di apprendimento

Narrami, o robot. Robot conversazionali: facilitatori e partner di apprendimento


di Margherita Pina, Laureata in Media Education

La fantascienza ci ha da tempo ed efficacemente raccontato di mondi in cui gli umani si avvalgono di robot. Storie avvincenti hanno introdotto riflessioni profonde sul rapporto con una tecnologia che svolge sempre più funzioni sostituendo l’umano, ma talvolta anche il divino. Il super computer a cui viene chiesto di rispondere alla domanda: “Dio c’è?”, dopo aver fuso i cavi che lo alimentano risponde: “Ora sì!” (Brown, 2004).

Tra i robot fantascientifici educativi Robbie (Asimov, 2021) è il più noto. Asimov descrive l’interazione di Robbie con una bambina di 8 anni e le posizioni dei genitori tra preoccupazioni e laisser faire, con le parole di Eco possiamo dire: apocalittica e integrato (Eco, 1994).

Mamma Weston, solo tardivamente, si pone domande sull’effetto di Robbie sulla figlia e conclude che allontanare il robot è l’unica soluzione. Mentre papà Weston è fiducioso perché Robbie «è stato costruito per un unico scopo: tenere compagnia a una bambina […] è fatto apposta» (Asimov, 2021) e non recherebbe mai danno in virtù delle leggi della robotica (Asimov, 2021, pp. 20).

È evidente che serve una visione più ampia, socio-tecnica e culturale che promuova una analisi olistica del fenomeno. Bisogna chiedersi cosa succede tra noi e la tecnologia (Rivoltella, Rossi 2019), quale deve essere il ruolo dell’adulto, quali strumenti Media Educativi vanno attivati.

La nostra società vede sempre più robot svolgere diverse funzioni in vari ambiti, dalla sicurezza all’assistenza (Floridi, 2017), con ruoli anche sorprendenti.

I robot conversazionali per esempio sono agenti robotici capaci di simulare competenze comunicative umane assolutamente credibili.  Ma potrebbero assumere la funzione di facilitatore e di partner di apprendimento per l’alunno e per il docente?

È il quesito che mi sono posta nella tesi Magistrale.

Quali ruoli un robot conversazionale potrebbe essere in grado di svolgere in supporto al docente in un contesto di apprendimento?

Il robot può fare da tutor cioè da assistente e supervisore in un processo progettato dal docente. In questo caso il robot funge da collaboratore didattico che supporta l’apprendimento tramite suggerimenti e tutorial, con una intuibile ed efficace stimolazione della motivazione e dell’attenzione del soggetto attratto dall’inusuale presenza robotica (Belpaeme et. al., 2018).

Nel ruolo di pari, il robot come un compagno di apprendimento è un peer esperto che affianca lo studente nel percorso di apprendimento, in una funzione per nulla intimidatoria, anzi con un possibile rinforzo all’apprendimento.

Immagine generata con l’intelligenza artificiale di Canva, funzione “Genera la tua immagine con AI”

Se il robot invece è adeguatamente programmato a commettere errori che il partner umano corregge, svolge un ruolo di novizio e offre l’opportunità al discente di consolidare le capacità apprese e di stimolare e sviluppare abilità meta-cognitive.

Un ulteriore modalità di presenza inedita del robot conversazionale in ambito educativo è il ruolo, proprio del gaming, di Game Master. La funzione principale è di narratore della sequenza esecutiva in grado di stimolare il pensiero critico e predittivo dell’alunno con l’obiettivo di renderlo protagonista consapevole e attivo del suo percorso formativo.

Il robot conversazionale Game Master nelle attività educative può rappresentare un riferimento per il partner umano (lo studente) nella risoluzione di compiti formativi con difficoltà progressiva.

Al pari delle tecnologie dell’insegnamento, il robot Game Master potrebbe guidare lo studente in un processo di apprendimento per prove ed errori. Infatti attraverso i sistemi di feedback che vengono prodotti dai dispositivi digitali e dai robot conversazionali (Tanaka, 2012) lo studente riceve un riscontro al proprio operare: la risposta corretta garantisce un avanzamento nel lavoro (a step di difficoltà progressiva), il riscontro negativo blocca l’upgrade e porta lo studente ad «interrogarsi sulle ragioni per cui la risposta è sbagliata» (Panciroli, Rivoltella 2023).

Un ultimo utilizzo del robot in ambito educativo e formativo è l’alleggerimento della funzione docente da compiti standardizzati rendendoli nel contempo maggiormente accattivanti e ludici per lo studente. Il robot che affianca il formatore, lo svincola da compiti ripetitivi e permette di liberare risorse da dedicare alla dimensione tipicamente ed esclusivamente umana della relazione. Il docente diventa osservatore delle dinamiche interattive che ha progettato affidando al robot piccoli compiti formali per curare maggiormente la dimensione comunicativa-emotiva (Panciroli, Rivoltella 2023).

Per progettare e implementare la presenza degli agenti robotici conversazionali è fondamentale assumere una prospettiva innovativa, critica e responsabilizzante (Buckingham, 2020) in una parola Media Educativa calibrata a garantire un’interazione sociale-educativa significativa per il bambino e per l’adulto educatore.

Trovo che la robotica educativa sia tanto complessa quanto potenzialmente strategica per lo sviluppo formativo. Si tratta di includere tecnologie di avanguardia, infatti i robot conversazionali simulano le competenze comunicative avvalendosi di AI

Le AI dotate di sintetizzatore vocale, che simulano la parola verbale, come gli “assistenti vocali”, sono ormai entrate tra le pareti domestiche insieme alle discusse LlM (Large Language Model) come ChatGPT. Vengono interpellate per rispondere ai nostri quesiti, quasi come moderni oracoli greci (Antonelli, 2023. pp.10).

Per questo fenomeno la fantascienza offre ancora uno spunto di riflessione nell’episodio in cui il super computer Pensiero Profondo (protagonista nella Guida Galattica per Autostoppisti di Adams) che viene interrogato sulla domanda fondamentale: sulla vita, sull’universo e tutto quanto. La risposta è 42 elascia esterrefatti e insoddisfatti. Ma Pensiero Profondo chiarisce che “È necessario scegliere in mezzo al tutto qual è in realtà la domanda, se volete comprendere la risposta” (Douglas, 2016, pp.141) in sostanza pone esattamente il problema del prompting ante litteram.

La sfida è aperta, complessa, pressante l’unica certezza incrollabile è l’irrinunciabile e insostituibile ruolo educativo dell’adulto che trae ispirazione dal passato per trovare le chiavi di un futuro tutto da immaginare.

Bibliografia:

Antonelli G., L’IA-taliano, «La Lettura», Corriere della sera, domenica 3 dicembre 2023. pp.10.

Asimov I., Io, Robot, Mondadori, Milano 2021.

Brown F., La sentinella e altri racconti, Einaudi Scuola, 2004.

Buckingham D., Un Manifesto per La Media Education, Mondadori Università, Milano 2020.

Belpaeme T, Kennedy J, Ramachandran A, Scassellati B, Tanaka F. Social robots for education: A review Cfr. in Internet, URL: https://www.researchgate.net/publication/327046544_Social_robots_for_education_A_review (ultima consultazione 16 novembre 2023)

Douglas A., Guida galattica per gli autostoppisti, Mondadori, Milano, 2016.

Eco, U. Apocalittici e integrati, Buonpiani, 1994. 

Floridi, L. La quarta rivoluzione: Come l’infosfera sta trasformando il mondo, Raffaello Cortina Editore, 2017.

Panciroli C, Rivoltella PC. Pedagogia Algoritmica. Per Una Riflessione Educativa Sull’Intelligenza Artificiale, 2023.

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