Premessa
Le recenti azioni di finanziamento alle scuole per l’integrazione didattica di tecnologie digitali, in particolare i dispositivi mobili, unitamente alle retoriche pubbliche abbondantemente circolanti in tema di innovazione delle scuola attraverso queste tecnologie stanno producendo una sensibile attivazione al riguardo di diverse scuole, statali e non statali, e di diversi centri per la formazione professionale.
La percezione è che questo processo, ove non sorretto da dispositivi di monitoraggio di qualità e di accompagnamento didattico/formativo, possa generare turbolenza senza risultati, correndo il duplice rischio di lasciare intatte le pratiche tradizionali degli insegnanti o di ridurre l’apporto dello strumento al suo uso tecnico risolvendo quella che dovrebbe essere un’operazione didattica su un piano esclusivamente tecnologico.
Briefing
Il CREMIT, in questo tipo di contesto, ha ricevuto diverse richieste in funzione del monitoraggio/accompagnamento di azioni di integrazione tecnologica come quelle di cui alla premessa. Si tratta in particolare: – della rete di scuole e CFP facente capo alla Fondazione IKAROS;
- di alcune scuole secondarie di secondo grado (Treviglio, Chiari) dell’Ispettoria Salesiana Lombardo-Emiliana-Svizzera e dell’Ispettoria Veneta (Verona Don Bosco);
- del Collegio San Carlo di Milano;
- del Liceo Maria Ausiliatrice di Lecco;
- dell’ITSOS “Carlo Emilio Gadda” di Fornovo-Langhirano (PR).
L’esigenza espressa da tutte queste realtà è di ottenere:
- un supporto didattico e di sviluppo professionale degli insegnanti coinvolti dal punto di vista dell’integrazione del tablet nelle loro pratiche;
- un controllo di processo che serva a comprendere efficacia e margini di miglioramento degli interventi.
Ipotesi di lavoro
L’ipotesi di lavoro che il CREMIT avanza è quella di costruire, nell’anno scolastico 2012-2013, una sperimentazione assistita che consenta:
- una minima comparabilità dei dati che emergeranno nelle diverse scuole della sperimentazione;
- l’attivazione di un dispositivo di monitoraggio e accompagnamento in ciascuna scuola/CFP della sperimentazione;
- la possibilità di prevedere momenti di condivisione di esperienza da parte degli insegnanti delle diverse scuole coinvolte.
L’impianto del monitoraggio risponde alle esigenze di quella che, nel campo della ricerca pedagogica applicata, prende il nome di ricerca-intervento di miglioramento: si tratta di una metodologia di lavoro all’interno della quale il ricorso in parallelo a strumenti classici di valutazione di processo (questionario, focus group, intervista) e a un dispositivo di caoching, si propone di individuare le criticità creando le condizioni di supporto adeguate affinché con gli insegnanti le si possa superare migliorando la qualità complessiva del processo in atto.
Il primo momento consisterà nella somministrazione di questionari in ingresso a studenti, docenti e genitori. Sulla base dei risultati, gli studenti e gli insegnanti saranno poi coinvolti in una seconda fase più qualitativa.
Essa prevede:
- focus Group con gli studenti;
- sessioni di osservazione in classe (due per classe) attraverso la metodologia della videoricerca;
- un’attività di coaching blended (parte in presenza, parte on line) con gli insegnanti, finalizzata al supporto e alla mediazione delle criticità che via via potranno emergere dall’attività di monitoraggio.
Un questionario finale, sempre erogato a studenti, insegnanti e genitori, completerà la fase di ricerca.
Momenti di formazione specifici potranno essere previsti nelle singole realtà scolastiche o in sinergia tra due o più di esse.
Èquipe di ricerca
L’équipe di ricerca del CREMIT sarà diretta dal prof. Pier Cesare Rivoltella, prevederà la presenza delle prof.sse Simona Ferrari e Alessandra Carenzio entrambe docenti presso l’Università Cattolica, rispettivamente di Milano e Piacenza, e di formatori esperti in funzione di coach sulle singole classi.