Il numero di Gennaio della Rivista Essere a Scuola si presenta ricco di stimoli per il lavoro di lettura, analisi e traduzione delle proposte in azioni adeguate al proprio spazio professionale, in qualità di insegnanti, in primis, ma anche di ricercatori, studenti di Scienze della Formazione Primaria e di curiosi. Ne parliamo con una settimana di anticipo rispetto alla tempistica della Rubrica Monthy EAS, prevista l’ultimo venerdì di ogni mese, per consentire a ciascuno di vivere le festività natalizie.
La parola chiave che vorrei discutere, e che emerge in molti articoli, è quella di competenza, senza certamente volerne ripercorrere il significato, ma incontrandone la logica.
In alcuni articoli emerge in maniera esplicita, penso a quello scritto da Vincenza Leone e Marzia Luzzini dedicato alle “competenze chiave” (key competences), declinando il tema rispetto alle esperienze di eTwinning e all’EAS, che sappiamo essere il “metodo della competenza”, ovvero un metodo che mette le competenze al centro dell’agire didattico (Sezione Didattica delle discipline).
In altri articoli appare in maniera più velata, qui il riferimento è al pezzo che ho condiviso con Lorenzo De Cani e Sara Lo Jacono (Sezione Ricerca), che ragiona sulla ricerca partecipativa come occasione per attivare gli studenti, mettendo in gioco il tema delle competenze “in azione”. Come passare dall’analisi dei dati ottenuti osservando il territorio a piste di lavoro concrete per rendere la propria mediazione capace di avere un impatto reale sull’esistente? Questa la domanda che abbiamo affrontato con i ragazzi coinvolti e che ha consentito di usare le conoscenze (i dati e la conoscenza del territorio), le abilità di ognuno e la postura dei ragazzi per portare al tavolo di comunità un elenco di proposte ragionate e rispondenti ai bisogni mappati.
E ancora, pensando alle Inquadrature di Media Education curate da Cremit, l’articolo di Stefano Pasta ben evidenzia il tema della competenza, pensando alle fake news. Cosa faccio davanti a una notizia? Posso smontarla, analizzarla e poi attivarmi per fare in modo che venga adeguatamente diffusa o fermata nel caso di notizie false e tendenziose, che agirebbero in maniera negativa – e a volte esplosiva – nelle arene di circolazione sociale. “Nei social network si fa continua esperienza dell’essere posti di fronte al dubbio se credere senza evidenze: si deve decidere se ritenere affidabile qualcuno, accreditandolo”, scrive Stefano Pasta prima di fare riferimento alle competenze di base che lo stesso Sillabo sull’educazione civica digitale del Miur.
Chiudiamo con un’immagine di sintesi (realizzata con Canva, applicativo che viene presentato nello Scaffale della Rivista proprio in questo numero): ogni articolo – a partire dal titolo – ci restituisce un oggetto e questi oggetti sono stati tradotti in miniature. Il risultato è il numero di Gennaio in un’immagine.
A questo link trovate il pezzo il lettura gratuita (il tema è quello della ricerca partecipativa ed è scritto dalla sottoscritta insieme ai colleghi Lorenzo De Cani e Sara Lo Jacono), l’editoriale del prof. Rivoltella e l’indice del numero di Gennaio.