Il Psychological Bulletin ha pubblicato un’indagine intitolata Perfectionism is increasing over time: a meta-analysis of birth cohort differences from 1989 to 2016. Lo studio, coordinato da Thomas Curran, analizza 40 mila profili di studenti di college canadesi, statunitensi e britannici: si tratta dei, cosiddetti, Millenials (nati tra l’inizio degli anni ’80 e la fine degli anni ’90) che hanno vissuto in pieno la rivoluzione informatica del secolo scorso e che, proprio a causa di un continuo confronto tra coetanei sulle piattaforme social, manifestano una preoccupante tendenza al perfezionismo e sono sempre più soggetti a problemi, quali ansia, depressione e, addirittura, istinti suicidi.
Tra il 1989 e il 2016, infatti, a questi ragazzi sono stati sottoposti dei test sulla scala di perfezionamento multidimensionale e si è riscontrato un aumento del 10% rispetto al perfezionismo che loro incentrano su se stessi, del 16% su quello che rivolgono verso gli altri e del 33% su quello conseguente alle aspettative della società: le ultime generazioni registrano quindi i risultati più alti di queste tre categorie di eccellenza maniacale. Per loro natura, i social network rendono più semplice il confronto, così da facilitare anche la competizione (naturale dall’età prescolare), sbilanciandola però a favore delle auto-rappresentazioni sulle bacheche; queste piattaforme fanno leva sui metri di giudizio più severi e ingestibili dei Millenials, smascherando debolezze psicologiche proprie degli uomini in generale. Le conseguenze di una simile pressione dettata dai nuovi media si ripercuotono sugli stessi genitori, i quali, come si legge nell’indagine, “on top of their own duty to succeed, they are also responsible for the successes and failures of their children”: sui figli vengono riversate apprensioni per il futuro e si esercita un costante controllo (più dello status sociale che del loro stato psico-emotivo).
“In generale occorrerebbe insomma spostare l’attenzione sui propri traguardi e sui propri desideri, non impostarli o stabilirli in base a quelli degli altri”. Queste le conclusioni a cui giunge Simone Cosimi nel suo articolo I Millenials sono vittime del perfezionismo da social, uno studio accusa Facebook & co, scritto per Repubblica.it nella rubrica di Social Network. In ultima analisi, servono nuovi criteri di auto-valutazione da applicare anche, e soprattutto, nella propria realtà digitale, quali senso critico e di cittadinanza, ossia piena consapevolezza di pensiero e azione.