Media Literacy Versus Fake News. Esperienze e best practice in Italia. Uno studio condotto da Rai, OssCom e CREMIT

di Maria Cristina Garbui

Media Literacy Versus Fake News. Esperienze e best practice in Italia. Uno studio condotto da Rai, OssCom e CREMIT

Media Literacy Versus Fake News. Esperienze e best practice in Italia. Uno studio condotto da Rai, OssCom e CREMIT


di Alessandra Carenzio

“Le fake news rappresentano la frontiera 2.0 (e oltre) della disinformazione, un nuovo conio per un antico problema. La novità sta nella pervasività e nella velocità di diffusione dell’informazione consentita dal web, dai media e dalle tecnologie digitali di comunicazione. In un mondo così mutato sono dunque necessarie nuove competenze per poter esercitare una piena e consapevole cittadinanza. In tal senso è fondamentale sviluppare la capacità di discernere fonti, processi, mediatori, soprattutto contro algoritmi silenziosi e invisibili”. Così inizia il report che rende conto dello studio condotto da Ufficio Studi Rai e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore attraverso i centri OssCom – Centro di ricerca sui media e la comunicazione e CREMIT.

L’obiettivo? Mappare le azioni di Media Literacy in Italia nel contrasto alla disinformazione online a partire dal 2015, momento di svolta segnato dalla Legge sulla “Buona Scuola”, ricostruire una visione di insieme su quanto realizzato in termini di modellizzazione. Il report è stato presentato da Piermarco Aroldi, responsabile scientifico della ricerca, al Salone del Libro di Torino all’interno di un panel organizzato da RAI, da sempre in prima linea nella lotta alle fake news, in collaborazione con l’Italian Digital Media Observatory – IDMO.

Lo studio si compone di due azioni in parallelo:

  • la prima ha visto l’impegno di Rai, come broadcaster di servizio pubblico, nella mappatura della programmazione prodotta nel quadro dell’offerta educational sulla Media Literacy, in ambito corporate ed editoriale, con particolare attenzione alla creazione di consapevolezza critica;
  • la seconda ha visto i due centri di ricerca, insieme all’Associazione LIME Education (https://lime.education/) nata in seno all’esperienza della Laura Magistrale blended in Media Education, impegnati nella mappatura dei soggetti operanti sul territorio, attraverso l’analisi di buone pratiche e progetti di Media Education realizzati in Italia e focalizzati sulla formazione di competenze mediali e digitali mirate al contrasto della disinformazione.

Il report è organizzato in tre parti: il quadro normativo e teorico comune, all’interno del quale sono nati e si sono inseriti i programmi Rai e le azioni sul territorio, la valutazione delle iniziative frutto del lavoro dell’Ufficio Studi sui programmi e sulle azioni Rai dedicate alla Digital e Media Literacy e al contrasto alle fake news, insieme all’analisi delle attività e delle iniziative sul territorio curata dai centri di ricerca. Chiudono il report alcune considerazioni e raccomandazioni finali.

Il fronte Rai

La Rai ha una lunga esperienza nel campo della Media Literacy per il contrasto alla disinformazione, aspetto che risponde alla mission di servizio pubblico di informare, educare, intrattenere. “Nel corso dell’opera di alfabetizzazione che Rai ha svolto negli anni al servizio dei cittadini, l’azione di Digital e Media Literacy si è incardinata lungo due direttive principali: da una parte la conoscenza e la padronanza del mezzo digitale (competenza funzionale), dall’altra lo sviluppo del senso critico nel leggere le notizie e vagliare le fonti”.

In primo luogo, è stato definito il quadro teorico per l’individuazione delle caratteristiche di un programma che risponda a obiettivi di Media e Digital Literacy, con particolare riferimento al contrasto alla disinformazione, delimitando il perimetro di azione sui temi di Digital Literacy, Media Literacy, Information Literacy e contrasto alle fake news. In seconda battuta, è stato interrogato il sistema di ricerca di RaiPlay in cui sono raccolti i prodotti editoriali messi a disposizione del pubblico, accompagnando questa azione con interviste e verifiche interne all’Azienda con le direzioni competenti coinvolte. Infine, alla raccolta, è seguita la selezione e l’organizzazione del materiale per restituire l’interezza del percorso svolto da Rai su più livelli: programmi specificatamente creati con finalità di Digital e Media Literacy; puntate dedicate in altri programmi; finestre e/o rubriche in programmi contenitori di lungo corso rivolti al pubblico generalista; spinoff; fiction per adulti e giovani adulti sul tema.

Il compito dei centri di ricerca

L’indagine svolta OssCom e CREMIT , insieme a LIME Education, è stata finalizzata a mappare le iniziative di Media Education sul tema della disinformazione online per individuare pattern comuni e caratteristiche significative degli interventi selezionati (soggetti coinvolti, destinatari, metodologie, materiali didattici realizzati).

La ricerca si è articolata in fasi successive; la prima è stata finalizzata alla mappatura delle iniziative realizzate a partire dal 2014/2015, e alla costituzione di un corpus di documentazione da assumere come campione d’analisi; la seconda fase è consistita nell’analisi e nella schedatura dei progetti sulla base della documentazione raccolta; la terza fase ha visto la selezione ulteriore di un sotto-campione di “buone pratiche” da analizzarsi qualitativamente alla luce delle principali caratteristiche di progettazione.

Come afferma Piermarco Aroldi, che ha coordinato il lavoro, “la ricerca si è resa necessaria e particolarmente utile vista la mancanza, nel nostro contesto nazionale, di un luogo deputato istituzionalmente a raccogliere in modo sistematico la documentazione relativa alla realizzazione dei progetti formativi che si iscrivono nell’orizzonte della Media Education, sia in ambito scolastico che extrascolastico. La pluralità delle iniziative e dei soggetti coinvolti nella progettazione e nella realizzazione di tali interventi è, insieme, un segno della vivacità e della dinamicità del settore e un serio ostacolo alla raccolta sistematica di una simile documentazione”.

L’approccio metodologico adottato nella ricerca è qualitativo, a carattere esplorativo, per sua natura non esaustivo delle molte iniziative realizzate; un approccio fenomenologico, volto cioè alla individuazione delle principali caratteristiche che qualificano le attività mediaeducative finalizzate al contrasto della disinformazione online, e tipologico, attento cioè a coglierne i caratteri distintivi per ricostruirne i “tipi ideali” e i principali modelli.

Per accedere alla ricerca e consultare i risultati: https://www.idmo.it/2022/05/19/fake-news-rai-cattolica/

Sarebbe importante, allora, favorire la nascita di un Centro di Documentazione che raccolga le buone pratiche in ambito mediaeducativo per mettere a disposizione degli insegnanti, degli educatori e dei policy maker documentazione, risorse e ricerche sul tema della Media Literacy e della Digital Literacy con particolare riferimento, tra gli altri, al tema del contrasto alla disinformazione.

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