Media Education: responsabilità, opportunità, futuro

di Alessandra Carenzio

Media Education: responsabilità, opportunità, futuro

Media Education: responsabilità, opportunità, futuro


Responsabilità, opportunità e futuro sono le tre parole nel titolo del convegno di lunedì 3 febbraio (‘Media Education: più consapevolezza, più opportunità, più futuro!’) organizzato dalla ministra Lucia Azzolina alla Camera dei Deputati. Per CREMIT e l’Università Cattolica è intervento Pier Cesare Rivoltella.

Rivoltella evidenzia il senso della Media Education oggi, soprattutto pensando non tanto al suo “posto”, come si diceva qualche anno fa, quanto al ripensamento dei curricoli. ‘Oggi il lettore non è più solo lettore, ma anche autore, produttore di forme culturali che è facile socializzare attraverso la pubblicazione. Anche i testi oggi non sono più solo testi, ma forme culturali ibride che sono tutt’uno con la socio-materialità di cui sono fatte le nostre giornate e che sono reperibili non più solo nei contesti formali (la scuola) ma sempre più spesso nell’informale (i terzi spazi). Questo richiede nuovi alfabeti, nuove competenze. Il problema non è più di trovare spazio per la Media Education nel curricolo (dove? Quante ore?), ma di ripensare le discipline e i curricoli sulla base di questi nuovi alfabeti”.
Continua il direttore CREMIT: ‘Occorre affermare una frontiera etica dei media: impone una resistenza contro i poteri economici forti; i problemi sono la profilazione e i dati, non il controllo degli strumenti’. ‘Educare alla cittadinanza significa mirare alla costruzione del cittadino, che è l’opposto di costruire il consumatore. La scuola e le agenzie educative devono educare alla produzione creativa, contrastando la produzione stereotipata’.

La ministra Lucia Azzolina ha detto: ‘I nostri ragazzi hanno in mano strumenti potentissimi, sembra che li sappiano usare, ma hanno bisogno di una bussola. È necessario accompagnare i ragazzi fornendo loro i giusti strumenti. È necessario formare cittadini consapevoli e responsabili, l’educazione ai media è educazione alla cittadinanza’.
Continua la ministra: ‘La Media Education è chiamata a educare alla saggezza e all’etica del discorso come Habermas ci ha educato. La politica spesso non dà buon esempio, quando si parla alla pancia magari si racimolano voti, ma non bisogna perdere il senso di comunità, altrimenti si mette a rischio la convivenza civile’.

Tra le esperienze di ricerca presentate al convegno presso la Camera dei deputati, la ricercatrice dell’Università del Molise Livia Petti ha illustrato un progetto per la progettazione di curricoli verticali (dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado) per lo sviluppo delle competenze mediali: ‘Il progetto di ricerca che l’Università Cattolica di Milano, il CREMIT e l’Università degli Studi del Molise stanno conducendo sullo sviluppo delle competenze mediali per una cittadinanza critica, consapevole, attiva e responsabile non mira a inserire la Media Education come un intervento spot in scuola, ma vuole integrarla armonicamente all’Inter del curricolo d’Istituto per promuovere nei ragazzi comportamenti dove il senso critico e la responsabilità di fronte al digitale siano sempre presenti’.
Sono coinvolti 14 Istituti Comprensivi lombardi e 5 molisani.
Continua Petti: ‘La competenza mediale va oltre l’uso e la conoscenza del dispositivo. È importante lavorare sulla dimensione di produzione responsabile, analisi e riflessione. Il versante critico è da sempre una dimensione cara alla Media Education’.

Per approfondimenti sulla sperimentazione: https://www.cremit.it/media-education-nel-curricolo-verticale-del-i-ciclo-una-ricerca-collaborativa-in-molise-e-lombardia/

Commenta Andrea Garavaglia, segretario e membro del direttivo della Società Italiana di Ricerca sull’Educazione Mediale (Sirem): ‘Le iniziative di formazione e ricerca in Italia sono state realizzate con merito e profitto dal basso per più di vent’anni, anche da molti soci della Sirem. Per sviluppare competenze mediali e promuovere la consapevolezza e la responsabilità di uso dei dispositivi però non basta, è necessaria una forte azione dall’alto. La scuola e le istituzioni educative devono farsi carico di questo bisogno ed è importante che oggi se ne parli nelle sedi ministeriali’.

Quali sono allora le dimensioni della Media Education? Lo spiega Rivoltella: “Si individuano altre due dimensioni, oltre la critica, cioè l’etica e l’estetica, che credo possano essere i tre pilastri su cui costruire una nuova Literacy per questi anni.”

Chiudiamo con un’ultima citazione di Pier Cesare Rivoltella: “Oggi la frontiera etica dei media, delle forme testuali ibridate nella nostra vita di tutti i giorni, è uno spazio che impone la responsabilità, ma non basta. Impone la resistenza. Proprio perché siamo produttori di forme simboliche, si impone il problema che quella produzione non sia stereotipata […], ma che sia creativa, spontanea, originale.”

Per leggere due approfondimenti sulla giornata:

Corriere: https://www.corriere.it/scuola/secondaria/20_febbraio_03/petizione-prof-mattarella-politici-usino-social-media-onore-024faed8-466d-11ea-afe7-221784afa655.shtml

Agensir: https://www.agensir.it/quotidiano/2020/2/3/media-education-rivoltella-cremit-i-nostri-ragazzi-hanno-in-mano-strumenti-potentissimi-ma-hanno-bisogno-di-una-bussola/

WECA: https://www.weca.it/news/media-education-piu-consapevolezza-piu-opportunita-piu-futuro/

L’articolo di Elisa Gagliardi, studentessa dell’Università di Firenze e tirocinante presso CREMIT: https://www.cremit.it/etica-estetica-e-critica-tre-pilastri-per-una-nuova-media-literacy/

A questo link potete trovare il video della mattina (l’intervento di Pier Cesare Rivoltella dal minuto 40): https://www.youtube.com/watch?v=lykv_35O4oA&list=PLyrF_X3ZxmlWD-5cUFjGyEiyF9GHikv5x

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