Il marchio Scholé dell’Editrice Morcelliana ha pubblicato in prima edizione mondiale delle pagine inedite (1921) di Maria Montessori sul peccato originale. Un testo che, smentendo una affrettata interpretazione, mostra come per la Montessori la dottrina cristiana del peccato originale non sia in contraddizione con il suo metodo educativo, che ha rivoluzionato il modo di fare scuola. Pubblichiamo una recensione di Flaviana Robbiati, maestra di scuola primaria.
Silenziosa e dolce, forte e sicura: con questi aggettivi Maria Montessori, nel libro di recentissima pubblicazione “Il peccato originale” curato da Fulvio De Giorgi per le edizioni Morcelliana-Scholé, definisce la maestra montessoriana. La maestra, colei che “custodisce, aiuta, conforta”. Curioso: i verbi “spiega”, o “insegna”, non compaiono. Una rivoluzione ancora tutta da realizzare.
Nel libro viene pubblicata per la prima volta la relazione che Maria Montessori tenne a Londra nel 1921, nell’ambito di una disputa sulle ipotesi di naturalismo che alcuni rintracciavano nel metodo.
Nella conferenza, il cui testo è rimasto fino ad ora pressoché sconosciuto, la Montessori snoda con grande semplicità il metodo da lei ideato, racchiudendo la maggior parte delle pagine sotto la parola “libertà”. Un testo di grandissima profondità e forza, da cui emergono la sacralità del bambino e la necessità di un metodo che lo accompagni con parole contate e mano leggera: “Diamogli ciò che è necessario e lasciamolo poi libero”.
Attraverso l’ambiente “maestro”, studiato nei dettagli per permettere al bambino di muoversi scegliendo a quali attività applicarsi, attraverso i materiali di sviluppo nella cui ripetizione i bambini sono così concentrati da apparire ipnotizzati, il bambino impara da solo. La cosa che può apparire stupefacente è che non vengono appresi solo i contenuti, la scuola diventa scuola di vita, di socialità, di autodisciplina, di pace, di responsabilità. La conoscenza diventa fine e passione, tanto da far trascurare giocattoli e caramelle. Chiunque abbia conosciuto una scuola Montessori, sa che è davvero così. Trovare tutto questo spiegato dalle parole esatte e sapienti della Dottoressa, è un’emozione: si desidera quella scuola, si vorrebbe essere stati “bambini Montessori”. Un libro gioiello perché ci ricorda una scuola possibile e ci fa ritrovare qualcosa di noi che abbiamo perso.
Al di là di una forma linguistica a volte “antica”, le parole della Montessori risultano ancora oggi freschissime e profetiche, sarebbe bello che stessero descrivendo la scuola del futuro. Questo potrebbe sembrare anacronistico, e nasce la domanda se possa esservi un punto di incontro tra una scuola ideata più di cento anni fa e le tecnologie, di cui i bambini di oggi non possono più fare a meno. La risposta ce la fornisce la stessa Montessori. Il Metodo permette ai bambini di far crescere in loro forza morale e senso critico, desiderio di felicità e dignità, curiosità e passione, disciplina e libertà, senso del bene e desiderio di fare cose utili e serie, capacità di cooperare e resistenza. Il Metodo contiene in sé gli anticorpi dell’educazione digitale che oggi con tanta fatica si cerca di costruire. Le tecnologie, se usate con sapienza, nelle mani di bambini cui è stato permesso di crescere con un carattere forte, diventano strumenti al servizio dei valori e della cultura e in questo senso possono contribuire ad allargare gli spazi di conoscenza e di formazione alla mondialità. Maria Montessori aveva infinitamente a cuore la pace e aveva il mondo come casa. Dopo aver percorso il pianeta in tutte le direzioni, muore anziana su una spiaggia olandese progettando un viaggio in Ghana. Forse avrebbe fatto tesoro di strumenti che avrebbero permesso ai bambini di accedere a tutto il mondo.
Flaviana Robbiati, maestra di scuola primaria