“Gli EAS, tra didattica e pedagogia di scuola. Il metodo, la ricerca” è un volume curato da Pier Cesare Rivoltella, edito Morcelliana, che rappresenta un contributo essenziale per docenti, ricercatori e operatori nel campo dell’educazione, un lavoro che il nostro gruppo di ricerca CREMIT ha proposto per attualizzare il costrutto dell’EAS in occasione del suo decimo compleanno.
Il quadro teorico presentato, le esprerienze e le riflessioni proposte incoraggiano la mente del lettore ad essere aperta, curiosa e desiderosa di novità. Attraverso le sue pagine, il libro offre una prospettiva arricchente che spinge colui che legge a riflettere, a porre domande e a cercare risposte in un dialogo attivo e di confronto pagina dopo pagina, dando vita ad una dinamica di apprendimento continuo che rompe le frontiere dei preconcetti e si estende al di là del tempo trascorso nella lettura del libro stesso.
Questa storia di appropriazione ha vissuto momenti di segno diverso.
[…] Questo libro è il prodotto di un itinerario di ricerca. L’idea che ne sta alla base nasce nel marzo del 2022: in vista del decennale del metodo, pensare a produrre una serie di affondi sulla fortuna critica del metodo nella ricerca e nella scuola. Nascono così alcuni cantieri di lavoro.
Il primo viene dedicato al ripensamento del metodo: tiene ancora? Necessita di qualche aggiustamento? Come si declina in relazione alle diverse discipline e ai gradi di scuola? Vengono invitati a far parte del cantiere insegnanti esperti del metodo, si individuano cinque temi-chiave e a ciascuno si dedica un pomeriggio di discussione seminariale tra aprile e settembre del 2022. Il risultato di quei seminari è confluito nella prima parte di questo libro.
Gli altri cantieri lavorano invece più sul versante delle ricadute, degli effect sizes degli EAS. Anche in questo caso vengono individuati dei temi-chiave e attorno a ciascun tema si costituisce un piccolo gruppo di lavoro: la presenza degli EAS nella letteratura scientifica nazionale e internazionale; la discorsivizzazione sugli EAS nei social, soprattutto degli insegnanti; la presenza degli EAS nelle annate della rivista «Essere a scuola»; l’analisi retrospettiva delle attività di formazione condotte dal CREMIT sugli EAS; l’EAS nelle pratiche degli insegnanti; l’EAS come dispositivo di valutazione; l’EAS per la formazione nel campo della rianimazione cardio-polmonare; l’EAS nella pastorale; l’EAS nella didattica universitaria.
L’obiettivo di questi cantieri era di lavorare sulle evidenze, ovvero di cercare nei dati la conferma di alcune percezioni o consapevolezze già suggerite dalla ricerca teorica e dalla pratica.
Tutti questi gruppi di lavoro, compreso quello degli insegnanti esperti, si sono ritrovati in un clinic promosso dal CREMIT a Castelsardo nel luglio del 2022. La discussione comune ha consentito di precisare le scelte e aggiustare il tiro per poi avviare il lavoro di scrittura.
Tutto il materiale è stato collocato in uno spazio Drive condiviso e sottoposto a un processo di peer review, tra i diversi autori all’interno del singolo gruppo, tra i gruppi e, in ultima istanza, da parte mia.
In uno degli incontri del cantiere degli insegnanti esperti, l’ultimo, dedicato a riflettere sull’EAS come dispositivo di scuola, la discussione mi aveva portato a suggerire che la scuola si possa pensare come uno spazio liminale, in linea con la riflessione di Victor Turner (riprendo e approfondisco questo spunto nel cap.5).
Giuseppe Morrone, insegnante di filosofia che insieme a Fabio Fiore ha scritto per la collana “A scuola con gli EAS” un bellissimo libro sugli EAS e la filosofia (Fiore & Morrone, 2019), riprendendo il mio riferimento teatrale a Turner, aveva ricordato il libro di Grotowski (1968) Per un teatro povero per poi chiedersi se si potesse applicare anche alla scuola il ragionamento del grande regista polacco: cosa non possiamo togliere alla scuola perché non cessi di essere scuola?
Grotowski rispondeva riguardo al teatro: attore, spettatore, quel che passa in mezzo. Per una “scuola povera” vale lo stesso: non si possono togliere l’insegnante, gli studenti, quel che passa in mezzo.
Mi era subito sembrato un ottimo spunto e me lo ero appuntato per recuperarlo proprio in questa introduzione.
Cosa passa lì in mezzo?
Almeno due cose. Anzitutto l’apertura di un mondo: lì in mezzo succede che ciascuno abbia l’opportunità di definire la sua Umwelt (von Uexküll, 1933), di prendere di mira le cose da una certa prospettiva, di costituirle di senso. In secondo luogo l’attivazione del desiderio: lì in mezzo succede che ciascuno scopra quello cui davvero aspira. Vale sia per l’insegnante che per lo studente: io ho sempre imparato molto dai miei studenti, prima a scuola e poi all’università, e insegnando ho scoperto cosa davvero desideravo.
Introduzione
di Pier Cesare Rivoltella
Presentiamo il sommario del libro:
Per approfondire:
Il libro è disponibile all’acquisto al link: https://www.morcelliana.net/didattica/4645-rivoltella-gli-eas-tra-didattica-e-pedagogia-di-scuola-9788828405627.html