[Libro] “Addomesticare gli schermi” di Michele Marangi

di Maria Cristina Garbui

[Libro] “Addomesticare gli schermi” di Michele Marangi

[Libro] “Addomesticare gli schermi” di Michele Marangi


Il volume Addomesticare gli schermi (2023) di Michele Marangi offre una prospettiva approfondita e articolata sulla complessa relazione tra l’infanzia e il mondo digitale. Marangi esamina le implicazioni del digitale attraverso cinque “posizioni” che consentono di esplorare chi sta davanti agli schermi (i bambini), cosa si trova dentro gli schermi (i contenuti), cosa c’è dietro gli schermi (algoritmi e processi), chi sta attorno agli schermi (gli adulti e i genitori) e la necessità di andare oltre gli schermi.

Il libro si basa su una solida cornice teorica che comprende la Media Education e la New Literacy, offrendo un’analisi approfondita delle dinamiche dei media digitali e dei loro impatti sull’infanzia.

Il testo sottolinea l’importanza di andare oltre la semplice dialettica tra rischi e opportunità, esplorando in dettaglio le sfumature e le complessità del rapporto tra i bambini e i media digitali.

Inoltre, vengono qui offerti suggerimenti pratici e attività operative per genitori, educatori, insegnanti e operatori sociali, condividendo un contributo prezioso per affrontare in modo consapevole e strategico la presenza del digitale nell’infanzia.

Per meglio addentrarci nel libro, condividiamo la Prefazione di Pier Cesare Rivoltella:

Conosco Michele Marangi da oltre vent’anni. Ci siamo incontrati poco prima del 2000, grazie a un progetto del Centro Studi del Gruppo Abele di Torino. Michele si ricordava di un libro – AIDS & Media (Michelone & Rivoltella, 1995) – che avevo curato insieme a Guido Michelone e, dato che il progetto riguardava l’analisi delle pubblicità sociali di prevenzione dell’AIDS nel bacino del Mediterraneo, mi aveva cercato. Fu un’avventura bellissima che produsse un volume in due lingue di cui ancora oggi vado abbastanza orgoglioso (Marangi & Rivoltella, 2002). Reca lo stesso titolo del progetto: PAMMY, Prevention of Aids through Mass media among Mediterranean Youth. Oggi lo si definirebbe un progetto di Health & Media Education. Ripensandoci, già lì erano presenti in nuce le premesse di uno sviluppo di collaborazione e di ricerca che ci avrebbe visti insieme negli anni successivi, fino a oggi. Il tema è l’estensione della Media Education oltre i confini della scuola, la verifica delle sue potenzialità euristiche, educative e politiche anche dentro contesti che non prevedono l’insegnamento di una disciplina specifica.
Questo libro viene concepito nel solco di questa riflessione e pratica quell’esercizio di estensione della Media Education nella direzione dell’infanzia, dello 0-6, dei nidi e della scuola dell’infanzia. Si tratta di un’attenzione che non è stata molto frequentata nel nostro Paese a livello di ricerca. I prece- denti più interessanti fanno capo a tre scuole: quella dell’Università di Bologna, con gli studi di Piero Bertolini e del suo gruppo; quella dell’Università di Milano Bicocca, con le ricerche di Susanna Mantovani e Paolo Ferri; quella dell’Università di Firenze, con il lavoro di Alessandro Mariani e Cosimo Di Bari. Il libro di Michele Marangi è importante perché in forma sistematica rappresenta una bella sintesi delle ricerche e dell’attività formativa e di progettazione di una quarta scuola, quella dell’Università Cattolica, che trova nel lavoro del centro di ricerca CREMIT il proprio spazio.
Non è scontato occuparsi di media nello 0-6, soprattutto in tempi come quelli attuali in cui paiono prevalere posizioni tecnofobiche, preoccupazio- ni estremizzanti, soluzioni più ispirate alla protezione che non all’intervento educativo pensato. Occorre vincere queste riserve, come anche quelle della maggior parte di educatrici ed educatori, spesso convinti che almeno nello 0-6 occorra creare delle zone media-free, tenere i dispositivi lontani dalle bambine e dai bambini. Al contrario, bisogna avere il coraggio – come è il caso di Marangi – di pensare alla realtà di una società mediatizzata come la nostra in cui l’incontro con i media avviene già allo stadio intrauterino della vita del bambino. Poi, da quando apre gli occhi al mondo, i media diventano un ingrediente normale del paesaggio che lo circonda. I media sono già parte del suo mondo: quel che serve non è escluderli, ma creare le condizioni perché vi si possa riflettere criticamente sviluppando le competenze per farlo, già nella prima infanzia.
Il libro lo fa ricorrendo a due metafore. La prima è la metafora topologica. Sugli schermi si può lavorare dal punto di vista pedagogico attraverso posizionamenti diversi. Ci si può collocare: davanti agli schermi, riflettendo sui consumi, sui tempi, sulla loro presenza nella vita dei bambini; dentro gli schermi, lavorando sui contenuti; dietro gli schermi, smascherando gli inte- ressi e le logiche commerciali che li muovono; intorno agli schermi, studiando le trasformazioni della società in correlazione allo sviluppo e alla diffusione dei media; oltre gli schermi, decostruendo miti e affrontando questioni che interessano la cultura digitale ma che portano in gioco sensibilità decisamente politiche e sociali. In quest’ultimo caso, Marangi fa notare che andare oltre gli schermi significa anche andare oltre gli schemi. Un’indicazione che vale non solo in quest’ultimo caso, ma che attraversa tutto il libro.
L’altra metafora, insieme a quella topologica, è visiva. Allude alla messa a fuoco (focus) e si riferisce a delle schede di approfondimento che il libro dedica ad alcuni temi di particolare rilievo che nei capitoli vengono accennati e che poi, appunto, vengono approfonditi. Ciascuna di queste schede si può pensare anche come uno strumento di intervento; tutte aprono piste possibili di approfondimento e ricerca.
Il risultato complessivo è un volume che abbina alla serietà della documentazione scientifica la volontà di parlare agli operatori: una sorta di virtuosa via di mezzo tra il manuale e il saggio. Sono sicuro che si dimostrerà una scelta vincente.

Pier Cesare Rivoltella

Riportiamo qui il sommario del volume.

“Addomesticare gli schermi” è una una risorsa informativa e riflessiva molto utile per coloro che si occupano dell’educazione e della crescita dei bambini in un mondo sempre più digitale.

“Addomesticare gli schermi” significa affrontare in modo consapevole e strategico la presenza del digitale nelle case e nei servizi per l’infanzia.

Buona lettura a tutti!


Per approfondire:

Michele Marangi insegna Didattica e tecnologie dell’istruzione, Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento e Peer & Media Education all’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Milano, dove è anche docente di Media e Intercultura al Master “Competenze interculturali” e di Comunità, reti e fandom al Master “Comunicare lo sport”. Membro del CREMIT (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Innovazione e alla Tecnologia), ha pubblicato Insegnare cinema. Lezioni di didattica multimediale (Utet, 2004) e ha curato Social Media Corpo e Relazioni. Steadycam: un’esperienza di educazione al genere (con C. Bertone e G. Pasquero, Erickson, 2021).

Disponibile ora
Marangi M. (2023). Addomesticare gli schermi. Il digitale a misura dell’infanzia 0-6. Brescia: Editrice Morcelliana.

Rassegna stampa:

“Addomesticare gli schermi”, il digitale a misura dell’infanzia 0-6 anni

Univ. Cattolica del Sacro Cuore
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