La posta di Gigi

di Gigi Tale

La posta di Gigi

La posta di Gigi


Cari lettori, ecco tornato questo spazio dedicato a voi: la posta di Gigi!

Nel corso del mese di febbraio, dedicato alla sicurezza in rete, a seguito delle pubblicazioni delle nostre smart card ci avete contattati per chiederci dei consigli e supporto. Di seguito potrete leggere tre questioni che abbiamo ritenuto molto importanti e significative alle quali abbiamo provato a rispondere.

Ricordiamo a tutti voi che questo spazio, la nostra pagina Instagram @Gigi_tale e in generale il nostro team non intende assolutamente giudicare nessuno e nemmeno fornire ricette preconfezionate valide in ogni caso e in ogni situazione. Ogni storia, ogni famiglia, ogni intreccio è un piccolo mondo che merita di essere letto e compreso per quello che è.

Ho letto con molto interesse le proposte che avete pensato per il mese della sicurezza in rete e vorrei condividere il mio pensiero con mia sorella e suo marito ma ho paura di essere troppo invadente. Loro hanno due bambini di 3 e quasi 1 anno. Entrambi i bambini sono molto attratti dagli schermi e credo di non averli mai visto, soprattutto nell’ultimo anno, impegnati in attività manuali e creative. Qualche giorno fa sono stata a casa loro mentre i genitori non erano presenti e mi sono trovata molto in difficoltà. Qualsiasi proposta di gioco/attività facessi loro veniva rifiutata, alla fine mi sono arresa e ho assecondato le loro richieste: tv e tablet. Mi sono sentita profondamente a disagio, ho paura che per questi bambini, a cui voglio molto bene, ci possano essere delle ripercussioni a lungo termine, ad esempio nella sfera relazionale ed emotiva oppure nel linguaggio. In quanto zia, cosa posso fare?

In risposta a questa stimolante domanda, riteniamo fondamentale sottolineare che il dialogo tra adulti rappresenta un aspetto essenziale per elaborare un confronto tra strategie genitoriali che possono essere attuate. Tuttavia, è cruciale evitare di cadere nella trappola della semplificazione e nel giudizio, che porta a incolpare i genitori senza sapere quali motivazioni o esigenze sono alla base delle loro scelte. L’obiettivo principale deve essere quello di rafforzare il senso di responsabilità, offrendo agli adulti l’opportunità di rivedere comportamenti che potrebbero non percepire come problematici o non considerano importanti. 

Una volta avviato il dialogo tra gli adulti, riconoscendo che non esiste una soluzione universale applicabile a ogni contesto, è fondamentale confrontarsi sulle strategie che si ritengono più o meno efficaci o necessarie per garantire ai bambini e alle bambine un rapporto equilibrato con il digitale, che rispetti le loro necessità e favorisce il loro sviluppo fisico, psicologico, emotivo e relazionale. 

Alcuni consigli potrebbero essere: 

  • Condividi i pensieri in modo empatico, senza far sentire giudicati o colpevoli i genitori. Non è semplice ma puoi provare a dare alternative, suggerendo ma senza imporre il tuo pensiero. 
  • I suggerimenti concreti, gli spunti possono essere molto apprezzati. Spesso si ha poco tempo e anche le idee possono scarseggiare. Puoi proporre una giornata speciale a casa tua dove i bambini pasticciano e sperimentano con materiali diversi, per evidenziare come il gioco manuale e creativo aiuti lo sviluppo del linguaggio, le competenze sociali ed emotive più in generale la crescita generale del bambino ed il suo benessere. 
  • Suggerisci risorse educative per i genitori se ne conosci: articoli, libri, pagine web che trattano questi aspetti in modo scientifico. 

Ricorda, da ultimo, che devi essere paziente e rispettosa delle scelte altrui. Ogni famiglia, ogni realtà è un piccolo mondo che sceglie il proprio approccio ed educa i propri figli sulla base di scelte condivise internamente. Il cambiamento non sarà immediato, ma grazie a dei piccoli semini qualche piantina potrebbe fiorire, con i giusti modi e tempi.

Inoltre, si può avviare un autentico processo di “addomesticamento” al digitale. Un suggerimento che ci sentiamo di dare è di partire sempre dal gioco, pensato come attività fondamentale per i bambini e le bambine soprattutto nella prima infanzia. Gli schermi sono interessanti, stimolanti, accattivanti, attraggono per i loro colori, suoni, feedback immediati, ma non possono essere la prima scelta in ogni situazione. Quindi, forse, prima di permettere ai bambini e alle bambine di utilizzare gli schermi in forma passiva, fruendo di contenuti creati da altri (es. video da scrollare, cartoni animati, tutorial…) è fondamentale comprendere le dinamiche proprie del digitale e integrarle nella quotidianità, fin da piccoli, come sperimentazione nel mondo fisico e naturale. 

Un esempio potrebbe essere l’introduzione del pensiero computazionale, che può essere appreso e messo in pratica in modo giocoso e spontaneo, senza necessità di dispositivi tecnologici. Come? Giocando con reticoli disegnati a terra con dello nastro adesivo oppure con dei gessi, e lasciando liberi i bambini di muoversi all’interno di queste cellette. Allo stesso modo, si può incoraggiare il piacere di creare storie utilizzando materiali e stili diversi. I dadi racconta-storie possono essere creati insieme ai bambini, scegliendo con cura le immagini da inserire. La sequenzialità, l’ordine cronologico, la verbalizzazione degli avvenimenti sono tutti aspetti che dovrebbero ad esempio essere affinati prima di ricorrere a qualsiasi app per la creazione di un video in digitale.

Quindi, sarà importante sviluppare attività di movimento, ludiche e sociali che coinvolgano tutti i cinque sensi e che permettano di essere praticate al di fuori dagli schermi, dove l’apprendimento avviene a 360 gradi e attraverso tutto il corpo

Ciao sono un’insegnante di sostegno nella scuola dell’infanzia. Quest’anno lavoro su 2 sezioni differenti, con casi particolarmente complicati che mi stanno mettendo alla prova. Ho bisogno di nuovi stimoli perché voglio offrire di più ai bambini che mi vengono affidati e quindi ho pensato a voi e vi domando: come il digitale può favorire una didattica che sia davvero inclusiva?

Il digitale, se usato in modo appropriato, può essere uno strumento molto potente ed inclusivo, anche con bambini in età prescolare. Proviamo a citare alcuni spunti da cui partire per supportare la tua didattica:

  • Esistono diverse app che consentono di adattare l’insegnamento seguendo le necessità e i bisogni individuali di ciascun bambino e ciascuna bambina. Non solo app didattiche, ma anche giochi, attività artistiche, attività musicali, che consentono di lavorare con bambini e bambine per il miglioramento delle proprie competenze. 
  • I supporti visivi, multimediali e soprattutto la multimodalità può creare benefici in molti bambini. La stimolazione di diversi sensi e l’utilizzo di diversi mediatori didattici può facilitare la comprensione e l’assimilazione di concetti e routine quotidiane. 
  • Il digitale consente di creare attività personalizzate, adattabili a diversi livelli e necessità. L’ormai conosciuto Canva è un esempio lampante di come si possano creare diversi materiali, in breve tempo, e sulla base delle esigenze di ciascun bambino. Si possono ad esempio creare narrazioni visive che consentono di favorire l’interiorizzazione delle routine, oppure disporre flash cards pensate e realizzate ad hoc per incentivare lo sviluppo del linguaggio, o ancora materiali utili al miglioramento della motricità fine. 
  • La tecnologia spesso consente la collaborazione e questo aspetto incoraggia e motiva i bambini e le bambine. Lavorare e giocare insieme tramite giochi e attività cooperative e/o collaborative stimola non solo la socializzazione, migliorando la comunicazione tra pari, ma anche l’apprendimento, che risulta più significativo e profondo. 
  • Da ultimo, ma non meno importante, il digitale e il web in generale consentono una costante e continua formazione professionale. L’offerta di corsi, webinar e risorse online è ormai ampia. L’aspetto sicuramente più importante è scegliere con criterio e sulla base delle proprie esigenze professionali oltre che personali. 

Ricorda inoltre che ogni bambino è unico e può rispondere in modo diverso alle proposte che gli vengono fatte. Il segreto è conoscere le caratteristiche di ciascuno e cercare di adattare l’approccio di conseguenza, sfruttando tutte le potenzialità del digitale. 

Sono mamma di due ragazzi di 7 e 12 anni. Non ho mai avuto problemi a postare i miei figli sul mio profilo Instagram ma ultimamente sto vedendo che anche i più noti influencer stanno limitando le foto dei volti bambini/ragazzi dai loro profili social. Sono disorientata, forse ho sbagliato fin ora e davvero ho fatto male? Dovrei toglierli anche io dalla rete?

L’interrogativo di questa mamma ci consente di affrontare un tema che ci sta particolarmente a cuore: lo “sharenting”. Questo termine, composto da due parole inglesi share (condividere) e parenting (genitorialità), si riferisce ad una costante condivisione online da parte dei genitori di contenuti che riguardano i propri figli/e. Nella maggior parte dei casi questa esposizione avviene senza il consenso dei minori, perché troppo piccoli, non coinvolti o non ancora così maturi da capirne le conseguenze a lungo termine. La pratica descritta, purtroppo, solleva una serie di interrogativi legati alla privacy e alla sicurezza in rete, soprattutto quando si tratta di minori. 

Vi sono diversi aspetti critici che meritano di essere sviscerati. 

  1. Le informazioni condivise online non sono facilmente rimovibili e, quindi, rimangono disponibili per sempre. Ciò può comportare problemi in futuro, quando i bambini diventeranno adolescenti o adulti e potrebbero non voler essere associati a certe immagini o contenuti postati da qualcun altro durante la loro infanzia/adolescenza. 
  2. Condividere foto dei propri figli può esporli a diversi rischi legati alla sicurezza, quali ad esempio il furto di identità, il cyberbullismo, l’adescamento oppure l’utilizzo di immagini in modo improprio. 
  3. Nel momento in cui il tasto “share” viene premuto i contenuti diventano di tutti. L’identità digitale inizia quindi a formarsi in modo involontario, raccogliendo post dopo post informazioni, dettagli, aspetti della vita privata di ciascuno. Il rischio è quello di vivere “una vita in vetrina”, senza possibilità di opposizione. 

Come puoi agire?

  1. Se scegli di continuare a postare foto prova a limitare la visibilità del profilo, a limitare informazioni e dati sensibili, a scegliere con cura quali foto postare e quali tenere nella galleria dello smartphone. Prediligi foto di schiena oppure in cui il volto non è pienamente riconoscibile, evita foto in costume o con abiti particolarmente trasparenti o succinti. 
  2. Inizia a parlare con i tuoi ragazzi, soprattutto se sono abbastanza grandi da riuscire a sostenere questo tipo di dialogo, e prova a capire cosa pensano della tua condivisione online. 
  3. Non è necessario pubblicare foto di persone per tenere traccia di esperienze e condividere momenti speciali. Infatti, la scelta di fotografie che ritraggono luoghi e dettagli potrebbe essere un buon compromesso. 

Cogliamo l’occasione di questa giornata speciale per augurare a tutti i papà del tempo di qualità con i loro figli e le loro figlie. Un caro abbraccio, il team Gigi_tale.

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