Come raccontare la fede con 24 fotogrammi al secondo proiettati su un grande schermo? È possibile dare al cinema, ancora oggi, un forte valore educativo per le nuove generazioni? Sono queste le domande che muovono l’incontro dal titolo: “Educare attraverso il cinema – La pedagogia dello spettacolo secondo il pensiero di don Gaffuri, il ‘prete del cinema’“ (22 dicembre – Aula Pio XI, Università Cattolica). L’evento è organizzato dall’Arcidiocesi di Milano, dall’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema) di Milano e da Sale della Comunità della Diocesi.
I lavori della giornata sono ispirati dalla figura pastorale di don Giuseppe Gaffuri, in occasione dei 60 anni dalla sua morte, che farà da stella polare nello studio delle possibilità didattiche offerte dai media audiovisivi agli animatori e agli educatori di oggi. Don Gaffuri (1920-1958) era un prete animato da due caratteristiche: la grande passione per la cultura e per il Vangelo. Questi due fattori lo hanno portato a girare per tutta la Diocesi ad animare i cineforum, momenti popolari di visione pubblica del cinema seguiti da dibattito. Fu il coordinatore del Centro Studi Cinematografici e inventò i corsi di formazione per coloro che conducevano i cineforum.
“Ripensare il valore educativo del cinema nella attuale congiuntura culturale – spiega il direttore del CREMIT Pier Cesare Rivoltella – è di grande importanza. Come la letteratura, il cinema ha una forte iscrizione autoriale, consente di sviluppare il senso estetico, risponde alle stesse logiche narrative di cui sono oggi testimonianza i social media. Imparare a leggere le immagini cinematografiche significa imparare a leggere la semiosfera in cui siamo immersi. Tutto questo è nella lezione di alcuni grandi pionieri – come padre Taddei e don Gaffuri – che hanno tra i primi intuito l’importanza di tutto questo e di farlo in prospettiva sociale. Il cineforum, dunque, come spazio di educazione al pensiero critico, ma anche come scuola di partecipazione civile”.
In apertura della giornata, verrà proiettato il documentario «Don Gaffuri, il prete del cinema», diretto da Simone Pizzi, a cui seguirà l’intervento dell’arcivescovo Mario Delpini. Paolo Alfieri, ricercatore in Storia della Pedagogia, guarderà poi al contesto storico in un approfondimento dal titolo «Don Gaffuri e l’educazione al cinema negli anni Cinquanta. Il contesto degli oratori milanesi»; Pier Cesare Rivoltella, docente di Didattica generale e Tecnologie, analizzerà il rapporto tra l’immagine e la didattica («Leggere l’immagine. Tra eredità e futuro»), mentre Mariagrazia Fanchi e Alberto Bourlot, del Dipartimento di scienze della comunicazione e dello spettacolo, affronteranno il tema del rapporto tra i media e la «generazione Z», giovani nati in un mondo interconnesso e caratterizzato da un ampio utilizzo di internet. Il titolo dell’intervento è tratto da una suggestiva frase pronunciata da una bambina di 10 anni interpellata nel corso della ricerca: «Il cinema è lo spazio stellato che mi ruota attorno mentre guardo un film in una tv gigantesca».
Per don Gianluca Bernardini, presidente dell’Acec di Milano e responsabile del Servizio per il coordinamento dei centri culturali cattolici della Diocesi,«celebrare una memoria non è tanto volgere uno sguardo nostalgico al passato, piuttosto un rendere grazie con gli occhi rivolti al futuro per proseguire un cammino ricco di grazie, tracciato nella storia da una grande passione. La stessa di don Gaffuri, vissuta come una vera missione. Oserei dire una “vocazione sacerdotale” spesa per il cinema come arte capace di formare ed elevare le coscienze. Con tutto lo stile e lo slancio evangelico dentro territori dell’umano del tutto inediti e particolari, ma non per questo meno fecondi, che egli sapeva percorrere con grande sapienza e maestria».