[Podcast] Il Dizionario dell’internet dei ragazzi

di Maria Cristina Garbui

[Podcast] Il Dizionario dell’internet dei ragazzi

[Podcast] Il Dizionario dell’internet dei ragazzi


Il Dizionario dell’internet dei ragazzi è un progetto realizzato da OssCom (Centro di ricerca sui Media e la comunicazione) e Cremit (Centro di ricerca sull’Educazione ai Media all’Innovazione e alla Tecnologia) dell’Università Cattolica per Radio Marconi.

Pedagogisti, sociologi, psicologi e giuristi spiegano in 21 episodi le parole chiave relative ai temi più significativi e ai fenomeni che bambini e ragazzi possono incontrare navigando in rete e che servono a interpretare rischi e opportunità della realtà virtuale attraverso social network e portali.

Tra gli altri, ricordiamo le voci di alcuni membri del Centro di Ricerca:

  • Hate speech – Fiammate di insulti sessisti verso la foto di una ragazza. Post xenofobi di incitamento alla violenza contro un centro profughi. Chi racconta una malattia e riceve auguri di morte. Meme antisemiti viralizzati per diffondere teorie cospirazioniste. Queste sono manifestazioni dell’hate speech. Il social web ha aumentato la sua forza di impatto, ma in realtà l’hate speech si propaga e si rilancia di continuo tra online e offline. Approfondisce il tema Stefano Pasta, ricercatore del Dipartimento di Pedagogia.
  • Povertà educativa digitale – I vocaboli, anche quelli del web, evolvono nel tempo. Dagli anni Novanta si usa molto il termine “digital divide” – divario digitale, per indicare la differenza tra chi ha accesso al digitale e chi, per assenza di dispositivi e rete veloce, non può accedervi. Oggi che la rete è veloce e raggiunge anche aree e persone prima escluse, le differenze non sono scomparse. Per colmare questo gap occorre essere “competenti digitali”, diversamente si vive una povertà educativa digitale. Lo spiega Stefano Pasta, ricercatore del Dipartimento di Pedagogia.
  • Coding – La parola coding è ormai familiare, persino a scuola si parla dell’ora di codice. Quando l’esecutore è una macchina, si parla di coding plugged, mentre il coding unplugged non fa uso di dispositivi elettronici. Questi sono gli aspetti che riguardano la programmazione del coding che però mette in gioco altre tre attività: la creazione, l’interpretazione e l’emancipazione, tutto con la finalità di insegnare a sviluppare il pensiero critico in ogni persona. Approfondisce il tema Simona Ferrari, docente di Didattica e tecnologie.
  • Onlife è un termine coniato dal filosofo dell’informazione Luciano Floridi dell’Università di Oxford, per indicare due aspetti centrali dell’attuale ecosistema informativo. Prima di tutto onlife ci dice come il digitale oggi sia sempre di più “in vita”, quasi una protesi del nostro corpo e sempre più in dispositivi piccoli. Poi onlife gioca tra online offline, sottolinea come il web non sia un luogo altro rispetto al reale, ma vada inteso piuttosto come un’estensione della realtà, segnata da proprie specificità ma soprattutto da piene continuità tra offline e online. Approfondisce il tema Stefano Pasta, ricercatore del Dipartimento di Pedagogia.
  • Le tre A di Tisseron – Il libro “Diventare grandi all’epoca degli schermi digitali” di Serge Tisseron affronta la questione del rapporto con gli schermi digitali, provando a introdurre alcune strategie per costruire il rapporto con gli schermi in maniera saggia. Si tratta di una proposta composta da “tre A”: accompagnamento, autoregolazione e alternanza. Strategie o posture educative pensate per affrontare il tema degli schermi dalla prima infanzia all’adolescenza. Approfondisce il tema Alessandra Carenzio, docente di Didattica dell’Università Cattolica.
  • Cyberbullismo – Il termine cyberbullismo, coniato nel 2002, indica ogni atto aggressivo e intenzionale, condotto da un individuo o gruppo di individui, usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel corso del tempo contro una vittima che ha difficoltà a difendersi. Il cyberbullismo sfrutta alcune caratteristiche della rete e dei media sociali al tempo della disintermediazione. Parla delle sue caratteristiche e di come è possibile prevenirlo Alessandra Carenzio, docente di Didattica dell’Ateneo.

Le altre voci sono:


Per approfondire:

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