I MOOC per sostenere una “cultura digitale”

di Maria Cristina Garbui

I MOOC per sostenere una “cultura digitale”

I MOOC per sostenere una “cultura digitale”


di Simona Ferrari (CREMIT) e Chiara Rizzi

18.807 partecipanti ai MOOC del Cremit: una “disruptive technology”

I primi MOOC, corsi online gratuiti e di massa, vengono erogati negli Stati Uniti a partire dal 2011 e si diffondono rapidamente a livello internazionale con l’obiettivo di democratizzare il sapere, rendendo la formazione accessibile su larga scala. Rappresentano una “disruptive technology”, come direbbe Christensen, ossia un utilizzo particolare della tecnologia che assume un potenziale dirompente. Infatti si impongono nel settore della formazione, sconvolgendolo dal punto di vista delle logiche di mercato (come rendere sostenibile la gratuità del percorso?), dell’accreditamento (come riconoscere tali percorsi?) e non da ultimo dei modelli pedagogico-didattici (come gestire processi formativi di massa?).  L’impatto sull’istruzione superiore è tale che la Commissione Europea, nel 2013, vede nei MOOC un incentivo per i vari Enti e li sollecita a ripensare la loro missione e ad impegnarsi in partenariati per aumentare la qualità dei contenuti e dell’esperienza di apprendimento.

CREMIT-Università Cattolica, coglie tale sfida, sperimentando il suo primo MOOC nel 2014 proponendo “Virtùalmente”, un percorso formativo promosso in collaborazione con l’Istituto Toniolo  e Ilab, per riflettere sulle virtù nel Web. Il corso rappresenta il punto di partenza di una serie di corsi sviluppati ed erogati in questi anni che hanno contribuito alla diffusione di sapere e allo sviluppo di competenze media-educative.

Da allora sono state sviluppate ed erogate diverse edizioni di 6 differenti proposte:

Virtùalmente

Peer & Media Education

Spettro di comportamenti di cyberbulling

3-6-9-12. Crescere con gli schermi digitali

Educazione digitale

Tutor di comunità

raggiungendo a settembre 2020 un totale di 18807 corsisti iscritti. Già questo dato rappresenta un incentivo a proseguire nella sfida di utilizzare i MOOC per problematizzare il tema del digitale attivando riflessioni. Si pensi ad esempio a come l’84% degli iscritti dichiarino di essere “consumatori della rete” e solo nel 14% anche produttori, evidenziando un atteggiamento passivo nei confronti del digitale, che non coglie le possibilità creative e partecipative che lo rendono spazio di esercizio di cittadinanza.

Se una tra le principali critiche apportate al fenomeno MOOC è da ricollegarsi all’elevato tasso di drop-out registrato (che in letteratura si attesta attorno al 96%), la peculiarità dei MOOC proposti dall’Ateneo è quella di invertire questa tendenza. Nel nostro caso, infatti, la maggior parte dei corsisti, nello specifico il 63%, completa il percorso ed ottiene l’attestato finale.  Tale risultato è strettamente legato a 3 fattori:

  • il design didattico studiato e migliorato in questi anni grazie al processo di monitoraggio di questi percorsi che vede nell’attenzione a tempo, azione di tutor e tipologia di materiali gli elementi funzionali per la “tenuta” dei corsi;
  • la scelta delle tematiche e il taglio mediaeducativo con cui sono affrontate. Da una parte problematizzare il digitale accoglie un bisogno avvertito dal mondo degli adulti non solo nei confronti dei giovani ma anche di sé stessi. Ma non è solo l’attualità del tema. Il monitoraggio ci conferma che è il modo con cui il digitale viene affrontato: si parte da una analisi delle proprie pratiche (consumi, rappresentazioni e appropriazioni) con il digitale, si allarga la riflessione al processo di ibridazione che il digitale attiva, al suo essere onlife (Floridi 2017), si forniscono chiavi interpretative e strumenti di intervento, si pongono questioni etiche; 
  • la reputation che in questi anni la proposta ha generato e che porta gli iscritti ad un percorso non solo a partecipare a nuove proposte ma anche a dialogare con Cremit su queste tematiche in chiave progettuale o promuovere edizioni di MOOC per coinvolgere i propri contesti di intervento.

Da un’attenta analisi degli studi condotti a livello internazionale sul tema, dalle indicazioni che a livello Europeo (Quality Reference Framework) e nazionale vengono emanate (pensiamo in particolare al Progetto MOOCs Italia della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) nonchè dal continuo confronto con chi anima i MOOC (i nostri tutor), con chi li attraversa (da studenti, professionisti di diversa provenienza, genitori, nonni) e con i partner con cui vengono pensati e sviluppati (pensiamo e ringraziamo la CEI, il Gruppo DE.CI.DI con Industria Scenica, Steady Cam, Contorno Viola, lo staff del progetto Interreg-Welcometech), i MOOC di CREMIT vengono rivisti per cogliere al massimo la contemporaneità.

In particolare pensiamo a “Virtùalmente” che dal “lontano” 2014 è stato rivisitato (nella forma e nei contenuti) per offrirsi come risorsa al mondo educativo (scuola ed extrascuola) nel periodo del LockDown e ancora aperto e pensiamo al 3-6-9-12 che sta raccogliendo le iscrizioni in questi giorni per attivare riflessioni sui pericoli per i più piccoli di far diventare il distanziamento  fisico in distanziamento sociale.

Per informazioni sui corsi disponibili a catalogo, consultare la pagina: https://openeducation.blackboard.com/site/unicatt


Per approfondire:

Osservatore Romano, 4 novembre 2020 – pag.7
https://www.osservatoreromano.va/it/pdfreader.html/quo/2020/11/QUO_2020_255_0511.pdf.html

LINK a EDIZIONI IN CORSO

Virtùalmente (2019-2020) (5 edizione)https://openeducation.blackboard.com/mooc-catalog/courseDetails/view?course_id=_3072_1

3-6-9-12. Crescere con gli schermi digitali (2020-2021) (4 edizione) https://openeducation.blackboard.com/mooc-catalog/courseDetails/view?course_id=_3260_1


LINK A EDIZIONI PASSATE

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