di Elena Valdameri
Superata da tempo l’ora di informatica e oramai anche quella di tecnologia, a scuola si è iniziato a parlare di Educazione Civica Digitale. Per qualcuno si tratta di un ambito educativo e di una pratica già avviati e consolidati, qualcun altro la riconosce come obiettivo ma ha ancora necessità di orientarsi, di capire di cosa si tratta e come si possa mettere in atto.
Cos’è dunque l’Educazione Civica Digitale?
Innanzitutto va pensata come una dimensione dell’educazione civica, quello spazio di significazione e di lavoro educativo entro cui prendono forma nuove linee di riflessione e di intervento da integrare nel curricolo. Le modalità con cui esercitare la cittadinanza si sono allargate alla dimensione digitale, è infatti necessario che ogni cittadino, per essere incluso e attivo, sviluppi anche le competenze di cittadinanza digitale. Non c’è dicotomia, semplicemente la cittadinanza digitale è un’estensione della cittadinanza “tradizionale” dovuta al fatto che oggi i mezzi a disposizione del cittadino per l’esercizio di alcuni suoi diritti (come la partecipazione, l’informazione, la comunicazione, la sicurezza) e dei suoi doveri si sono moltiplicati e appartengono anche al mondo del digitale. La cittadinanza passa quindi anche attraverso il digitale e la scuola deve consolidare il proprio ruolo educativo nella formazione dei nuovi cittadini.
E come si fa?
Sicuramente accogliendo la complessità del cambiamento che stiamo vivendo, lavorando sullo sviluppo e la valorizzazione delle competenze e non sulla marginalizzazione degli aspetti del digitale riconosciuti “rischi”.
L’Educazione Civica Digitale diventa così spazio di sperimentazione, di attivazione di buone pratiche, per una scuola che riconosce la realtà del nostro tempo e sceglie di accompagnare gli studenti ad appropriarsi del digitale in modo corretto.
Ma cosa significa appropriarsi del digitale in modo corretto?
Significa sviluppare le competenze chiave per diventare dei consumatori critici, dei produttori di contenuti digitali responsabili, dei naviganti consapevoli.
Per orientarsi dentro il mondo dell’Educazione Civica Digitale, individuarne gli obiettivi, scoprirne gli ambiti di applicazione e le possibilità da mettere in pratica, è stato creato un documento, un “sillabo” che delinea delle aree, a loro volta articolare in temi e contenuti.
Le cinque aree del sillabo sono:
- Internet ed il cambiamento in corso. Architettura, diritti, ecologia:
- Educazione ai media. Orientarsi e comportarsi in una società mediatizzata:
- Educazione all’informazione. Cercare, analizzare e utilizzare correttamente l’informazione:
- Quantificazione e computazione: dati e intelligenza artificiale. Capirne il ruolo, il valore, i rischi, le implicazioni
- Cultura e creatività digitale. Stare in Rete è anche un atto culturale:
Questo sillabo è consultabile a questo link https://www.generazioniconnesse.it/site/it/educazione-civica-digitale/ e, come è facile notare fin dalla prima sua esplorazione, le aree non sono slegate l’una dall’altra ma, anzi, sono complementari fra loro. Questo fa sì che spesso un percorso, un tema o un’attività siano trasversali e connessi a più di una di loro.
Di che attività parliamo?
Per citare qualche esempio di temi o attività di Educazione Civica Digitale da proporre a scuola: progetti sull’Information Literacy, attività di lettura e analisi di testi e ambienti digitali, percorsi sul coding che possono essere attivati fin dalla scuola dell’Infanzia, attività di produzione e creazione come il lavoro sul digital storytelling, sul videomaking o sulla produzione di contenuti digitali, il tema del gaming. E molti ancora.
Ogni area del Sillabo è cliccabile e rimanda ad approfondimenti e suggerimenti, il che lo rende uno strumento molto utile non solo per orientarsi ma anche per progettare e operare.