di Federico Perrone
Venerdì 15 ottobre si è svolta, sia in presenza che online, l’ottava edizione dell’EaS DAY, l’appuntamento annuale che riunisce docenti, dirigenti, studenti universitari e operatori scolastici in una giornata di studio e riflessione sulla didattica. L’evento di quest’anno dal titolo “Costruire cittadinanza: Idee, curricolo, metodi per l’educazione civica nella scuola” è stato caratterizzato da tre momenti di riflessione intorno ai quali si è approfondito quelli che oggi rappresentano i tre pilastri dell’educazione civica: la costituzione, il digitale e la sostenibilità.
La mattina si è aperta con i ringraziamenti agli organizzatori da parte di Ilario Bertoletti, direttore editoriale di Morcelliana Scholé, casa della rivista Essere a Scuola, all’Università Cattolica per la possibilità di aver svolto questo importante appuntamento in presenza presso la sede di Brescia. Un ringraziamento particolare è stato fatto anche all’Istituto Achille Ricci, alla Fondazione Brescia Musei, a Pier Cesare Rivoltella, a tutto il Cremit e alla Fondazione Cogeme.
Qui di seguito alcuni spunti di riflessione dalle relazioni che sono seguite:
- Costruire cittadinanza: La nostra costituzione
La prima relazione è stata tenuta da professor Filippo Pizzolato, ordinario di “Istituzioni di Diritto Pubblico” presso l’Università degli Studi di Padova, che è intervenuto approfondendo il tema dell’insegnamento della cittadinanza attraverso la nostra costituzione.
Il professore ha messo in evidenza come sia riduttivo misurare l’apprendimento della cittadinanza basandosi esclusivamente sulla dimensione delle regole. Assumere questa prospettiva pone il rischio di concentrarsi su una formazione disciplinare, regimentale che non tiene conto del vero fine della nostra costituzione: il pieno sviluppo della persona e la sua partecipazione nella società. La costituzione, e in particolare quella italiana, non possiede solo il valore di disciplinamento dei comportamenti sociali e non fa della democrazia un semplice strumento elettivo. La costituzione rappresenta una legge che emancipa l’essere umano, che crea possibilità, che assume la prospettiva del giovane e che si realizza nella partecipazione feriale. Una partecipazione che coinvolge tutti nella costruzione quotidiana della nostra società.
Compito della scuola, quindi, è quello di aiutare i ragazzi e i cittadini ad aprirsi alla scoperta della propria vocazione e interpretarli in una logica di costruzione e tessitura della convivenza reciproca. Pensare alla democrazia in questa direzione è ciò che restituisce un senso completo alla cittadinanza.
La scuola – conclude il professore – può essere protagonista di esercizi di cittadinanza attiva come, ad esempio, l’utilizzo dello strumento: “il regolamento dei beni comuni”. Un dispositivo che restituisce una idea di democrazia costruita con la partecipazione e la convivenza.
- Costruire cittadinanza: scuola e digitale
A seguire il professor Pier Cesare Rivoltella ha approfondito quella che rappresenta il secondo pilastro dell’educazione civica: l’educazione digitale.
Al centro della riflessione l’interpretazione dei media come spazi di esercizio della cittadinanza e l’identificazione di alcuni degli aspetti del costrutto della cittadinanza digitale in grado di interrogare oggi la scuola e l’educazione civica. La relazione è proseguita attraverso l’analisi di due libri:
- “Dopo la democrazia?” di Derrick De Kerckhove e Antonio Tursi (2006)
- “La cultura dell’intelligenza artificiale” di Anthony Elliott (2021).
Rivoltella mette in evidenza la presenza di un gap di concettualizzazione in riferimento alla cittadinanza digitale da parte dei due autori e in particolare individua quelle che sono le sfide che la scuola di oggi deve saper cogliere.
Nel libro Dopo la Democrazia Derrick De Kerckhove e Antonio Tursi definiscono la cittadinanza digitale a partire dal possesso di determinate competenze da parte del cittadino:
- Attitudine alla discussione e al dibattito pubblico
- Abilità comunicative
- Sviluppo di conoscenze e competenze funzionali alla new economy
- Il concetto di responsabilità dovuta alla più ampia libertà di espressione e accesso alla informazione
Rivoltella sottolinea come queste competenze siano oggi ancora valide, ma insufficienti nella società degli algoritmi in cui viviamo. Il rischio è quello di pensare a queste competenze in un’ottica funzionale, come un semplice questionario da “fleggare”, come se questo bastasse a constatare la piena consapevolezza e la realizzazione di una buona cittadinanza.
Nel libro di Elliot invece vengono messe in evidenza quelle che sono le questioni più rilevanti legate all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella società di oggi e che impattano inevitabilmente sul processo di educazione alla cittadinanza.
In particolare, risultano essere quattro i temi rilevanti:
- La globalizzazione e la geopolitica
- La riduzione della libertà e della privacy
- La mancanza di fiducia nelle istituzioni pubbliche
- Il proprio riconoscimento negli algoritmi (logica della profezia che si autoavvera)
Per poter affrontare questi aspetti a scuola non ci si può affidare a strategie funzionalistiche e neanche si può pensare di optare per una cura detox dai dispositivi digitali.
È impossibile oggi disintossicarsi completamente dagli strumenti digitali. Costruire una cittadinanza in questo senso significa quindi imparare a vivere in questo ambiente mediato e conoscere le logiche sottese ad esso facendo valere i propri diritti:
- Diritto alla trasparenza digitale
- Diritto all’accessibilità
- Diritto all’identità e domicilio digitale
Alla scuola – conclude il professore – serve sperimentare nuovi metodi di stare in comune e stimolare gli studenti a inventarsi senza sosta e fare della propria vita un ‘opera d’arte, proprio come indicato nella nostra costituzione.
- Costruire cittadinanza: il nostro ambiente
In questo terzo momento primo a intervenire sul tema ambientale è stato il professor Gabriele Archetti offrendo una riflessione sui paesaggi e in particolare su come questi rappresentino l’espressione delle diverse civiltà presenti nell’essere umano.
“I paesaggi che oggi vediamo sono stati pensati prima dall’uomo, e questi possono essere modificati poiché gli stessi uomini possono modificare i propri interessi. Studiando il paesaggio e mettendo in risalto questi aspetti è possibile sviluppare parte del percorso curriculare svolto in classe”.
L’insegnamento – sottolinea Archetti – non può essere sganciato dalla vita di tutti i giorni e gli insegnanti devono conoscere il proprio patrimonio culturale “poiché la conoscenza di uno spazio porta alla tutela e al confronto con l’appartenenza a un luogo”.
E’ necessario quindi un insegnamento all’intolleranza attiva nel senso positivo del termine aiutando gli studenti a crescere robusti e capaci di guardare al loro presente in una prospettiva costruttiva del loro futuro.
La giornata si è conclusa con l’intervento del Dott. Stefano Pasta che ha posto l’accento sull’educazione alla sostenibilità come grande obiettivo dell’apprendimento.
Il rischio legato a questo tema è una traduzione didattica che consideri questo argomento come uno dei tanti da affrontare rispetto all’insegnamento di educazione civica, escludendo la possibilità di tenere insieme in un unico sistema l’educazione alla sostenibilità, l’educazione digitale e l’educazione alla costituzione.
Pasta pone l’educazione alla sostenibilità e quella ecologica come possibile risposta alla crisi di partecipazione giovanile presente nella nostra società. Il movimento Friday for Future è l’esempio di una inversione di tendenza che insegna come l’attenzione alla sostenibilità ecologica abbia contrastato il deficit partecipativo tanto ribadito. Questo modo di pensare stimola la democrazia non solo in ottica rappresentativa ma soprattutto in quella partecipativa, come più volte richiamato all’interno della giornata. In particolare, vengono messe in evidenza tre competenze fondamentali da coltivare in riferimento a questo tema:
- Saper pensare e capire il mondo locale per comprendere il mondo globale
- Le competenze morali e riflessive, per esercitare la vocazione collettiva e non individuale
- Competenze di partecipazione, che risultano essere legate alla capacità di pensiero decisionale
L’educazione alla sostenibilità può essere l’occasione in classe per avviare discussioni intorno a problemi etici comuni. È importante quindi come ci poniamo di fronte al tema dell’ambiente, e in particolare di fronte a un’idea di sostenibilità anche rispetto alla scuola digitale.
È necessario – termina Pasta – pensare alla presenza di scuole innovative e democratiche in grado di coltivare il loro rapporto con il digitale e che sappiano fare dell’approccio pedagogico un punto di riferimento poiché esso rifiuta di individuare nella tecnologia l’unica causa delle trasformazioni della nostra società.
La mattinata si è poi conclusa con la premiazione dei vincitori al Concorso EAS DAY 2021 “La Costituzione e la cittadinanza digitale”: qui, l’articolo con l’elenco completo.
In seguito, tutti i presenti hanno partecipato ad una visita speciale organizzata da Fondazione Brescia Musei.
A questo link, lo Steller di Alessandra Carenzio con una sintesi ricca di spunti, così come sui canali social Cremit i momenti salienti della giornata.
Nel pomeriggio si sono poi svolte le due sessioni previste per gli iscritti ai laboratori di cui proponiamo, di seguito, gli abstract e alcuni approfondimenti.
La Carta della Terra incontra la Philosophy for Children (lab. in presenza)
Coordinano: Stefano PASTA, Eugenia Giulia GRECHI e Laura GUERINI
Attraverso lo strumento della Philosophy for children, Fondazione Cogeme insieme alla realtà SoFarFilo, ha dato vita ad un laboratorio nel quale la Carta della Terra è stata lo spunto per riflettere, attraverso domande sempre nuove, sull’ecosofia intesa come pratica attiva di cittadinanza. Grazie alle semplici, ma profonde, domande che la filosofia sa porre, ancora una volta si è sperimentato il richiamo universale presente nella Carta della Terra, un richiamo volto alla ricerca di un’etica globale. La carta della Terra si è confermata essere un documento prezioso al quale continuare a guardare per impostare pratiche di testimonianza attiva e per comprendere le dimensioni delle sfide che ci stanno davanti.
Educazione Civica Digitale. Lo strumento del Digital Storytelling (lab. in presenza)
Coordina: Michele MARANGI
Fare digital storytelling significa creare racconti efficaci che siano coerenti con le logiche del digitale: capacità di sintesi, intelligenze multiple, logiche partecipative, unione di linguaggi, formati e tecniche, disseminazione orizzontale. A partire da casi concreti, nel laboratorio sono stati forniti gli strumenti di base per progettare e realizzare digital storytelling nella prospettiva dell’Educazione Civica Digitale.
Didattica multimodale (lab. in presenza)
Coordina: Nicola SCOGNAMIGLIO
Le tecnologie digitali, la rete e i nuovi dispositivi mobili trasformano il “tradizionale” scrivere e comunicare e immergendo i nostri studenti in ambienti dove la comunicazione è sempre più organizzata attraverso un inedito intreccio tra scrittura, immagini e suoni. Il laboratorio ha indagato come l’educazione alla cittadinanza digitale possa realizzarsi all’interno di questa nuova comunicazione multimodale.
Scrittura collaborativa: costruire testi condivisi (lab. in presenza)
Coordinano: Enrica BRICCHETTO e Gianna CANNI’
Il laboratorio è basato sulla forza didattica che ha in sé la scrittura collaborativa digitale. In che modo lavorare per EAS può contribuire a mettere insieme energie e competenze? In che modo muoversi con disinvoltura negli ambienti digitali contribuisce a costruire piccoli team creativi? Il laboratorio ha cercato di rispondere insieme a queste domande. Qui il Padlet e la guida di approfondimento.
Cittadinanza, inclusione (lab. online)
Coordina: Elisa FARINACCI
Durante le nostre giornate passiamo sempre più tempo ad abitare spazi digitali diventando veri e propri cittadini all’interno di gruppi WhatsApp, social media, pagine di fandom dei nostri film o libri preferiti. Se essere cittadini all’interno delle nostre città e nazioni prevede tutta una serie di diritti e doveri, nel digitale come si modificano queste regolamentazioni? Possiamo avvalerci degli stessi punti di riferimento? Riceviamo le stesse tutele? Chi garantisce i nostri diritti? Il laboratorio ha proposto alcuni spunti di riflessione su queste tematiche cercando di offrire alcuni strumenti agli insegnati per incoraggiare tra gli studenti un uso inclusivo e consapevole dei media digitali.
Usare la rete (lab. online)
Coordina: Eleonora MAZZOTTI
Come usare la rete a scuola? Qual è il rapporto tra le virtù del digitale, le tecnologie e l’uso della rete all’interno della didattica? Il laboratorio ha offerto strumenti utili e spendibili nelle ore di lezione per navigare il #digitale in modo virtuoso. Lontano da una dimestichezza tecnica, abbiamo approfondito quali competenze di cittadinanza nell’epoca del prosumer grazie al dialogo costante con i partecipanti. Qui uno Steller con i materiali di approfondimento e supporto.
Curricolo e cittadinanza (lab. online)
Coordina: Elena VALGOLIO
Nel laboratorio Curricolo e Cittadinanza Digitale i docenti si sono messi alla prova confrontandosi sulle aree e sulle dimensioni della competenza digitale. Queste non descrivono un percorso rettilineo, ma si intrecciano e si rincorrono lungo la vita scolastica di ciascuno studente. Come orientarsi all’interno dei numerosi documenti sull’Educazione digitale? La proposta operativa ha preso le mosse dall’analisi dello strumento per il curricolo della Media Literacy Education per ragionare su possibili declinazioni nei diversi gradi di scuola.
Internet, diritti libertà (lab. online)
Coordina: Maria Cristina GARBUI
Come possiamo affacciarci criticamente in Internet indagando libertà e diritti umani? A partire da questa domanda, il laboratorio ha indagato operativamente la rete, intesa come un nuovo, grande spazio di libertà. Inserendoci nella logica del social TikTok abbiamo cercato di leggere i nuovi alfabeti della contemporaneità, accorgendoci che essi richiedono sempre più nuove competenze, di carattere dinamico e flessibile, e un esercizio imprescindibilmente attivo di cittadinanza digitale. Qui il Padlet con tutti i materiali caricati.