Riportiamo l’articolo di Don Marco Rondonotti, uscito mercoledì 11 novembre su Avvenire.it
I social media sono a servizio della comunità pastorale, come? In una società sempre più tecnologizzata, i social possono diventare un’occasione per la costruzione di legami, la (ri)costruzione della comunità stessa, la liberazione delle risorse e delle energie di un territorio.
Don Marco Rondonotti asserisce, infatti, che le diocesi devono fare un passo avanti, proponendo un uso più organizzativo dei social: «online bisogna esserci con costanza, e coerenza. Con una precisa intenzionalità pedagogica. Uscendo dalla logica strumentale che porta a usare Facebook o Instagram come una semplice vetrina e formulando invece un vero ‘piano editoriale’».
Ci sono esempi «autentici» nelle diocesi? La Chiesa ha molto da dire sui social perché «porta un seme, porta la Parola con la p maiuscola», bisogna «esserci con linguaggi nuovi per comunicare le cose autentiche di sempre».
La vera sfida, ci insegna Don Marco, proponendo come esempio Don Alberto Ravagnani, «è avere accesso a pubblici differenti ed offrire una soglia accessibile».
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