[Diario dal Brasile] La connessione dati va e viene – 2° puntata

di Stefano Pasta

[Diario dal Brasile] La connessione dati va e viene – 2° puntata

[Diario dal Brasile] La connessione dati va e viene – 2° puntata


di Matteo Mancini, studente Laurea Magistrale in Media Education
Traduzione in portoghese di Enrica Ranno, educatrice territoriale

(Qui il link alla 1° Puntata)

(Qui il link alla 3° Puntata)

(Qui il link alla 4° Puntata)

Tutti voi immagino sappiate riconoscere quella sensazione dovuta alla mancanza di connessione, quel filo digitale che ci lega ad una rete più ampia, che ci permette di comunicare oltre il tempo e lo spazio.

Tutti voi immagino abbiate sperimentato quel senso di momentaneo isolamento che indirizza a trovare una immediata soluzione per riparare allo strabordio di ansie e preoccupazioni insorte.

Durante queste giornate a Florianopolis la mia connessione dati è completamente assente, il roaming ha totalmente esaurito quel poco di possibilità che mi permetteva di tenermi in contatto con l’universo mondo.

Ieri, salendo le grandi, ripide e maestose scale in pietra della comunità impoverita di Padre Vilson Groh, ho incrociato molti sguardi, alcuni di essi totalmente persi nel vuoto, come se la pupilla si fosse disciolta nell’iride, come se il bianco avesse inghiottito i contorni. Nei loro sguardi ho sentito la profondità del mare in tempesta, ma anche la calma della notte più buia.

Una ragazza della mia età, 27 anni, seduta accanto alla porta di casa di padre Vilson lo saluta e lo abbraccia, tento un timido saluto, ma il suo sguardo non è facile da sostenere, mi riempie di imbarazzo e inadeguatezza. La sua storia è difficile, racconta l’ingiustizia e la profonda cattiveria di una vita che a volte non puoi scegliere. Violentata, abusata, con due figli cerca disperatamente di portarli lontano dal marito cocainomane. Prostituta molto giovane per clienti molto ricchi vaga, senza connessione nella desolazione della sua comunità. Ama la vita, si dispera e piange con padre Vilson perché non può e non vuole lasciarsi vincere da una vita così ingiusta.

Nella comunità di Padre Vilson trova una luce, un ponte, un’unica strada percorribile.

Forte è la sua storia, ma ancora di più la sua lotta. Una lotta come donna che la distingue, come madre, che le dà onore. Anche lei, trova qui, nella rete d’aiuto dell’Istituto Padre Vilson Groh una potente connessione wi-fi e anche se mancasse la potenza del 4G, saprebbe quanta forza possiedono le reti di una comunità che ascolta, educa, facendo compiere scelte autonome e coraggiose.

Ci vuole coraggio, una forza che solamente il pianto di questa ragazza, poteva comunicare.

Continua…

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3° Puntata

4° Puntata

Altre esperienze di tirocinio nella Laurea Magistrale in Media Education:
Cosa c’è di educativo nella robotica? di Valentina Piccoli

A conexão de dados vai e vem

Todos vocês imagino sabem reconhecer o sentimento devido à falta de conexão, aquele fio digital que nos liga a uma rede mais ampla, que nos permite comunicar além do tempo e do espaço.

Todos vocês imagino que experimentaram essa sensação de isolamento momentâneo que o direciona a encontrar uma solução imediata para reparar o estouro de ansiedades e preocupações que surgiram.

Durante esses dias em Florianópolis minha conexão de dados está completamente ausente, o roaming esgotou totalmente a pequena possibilidade que me permitia manter contato com o universo mundial.

Ontem, subindo as grandes escadarias íngremes e majestosas da comunidade empobrecida do padre Vilson Groh, encontrei muitos olhares, alguns deles totalmente perdidos no vazio, como se a pupila tivesse se dissolvido na íris, como se o branco tivesse engolido os contornos. Em seus olhos, senti a profundidade do mar tempestuoso, mas também a calma da noite mais escura.

Uma garota da minha idade, 27 anos, sentada ao lado da porta do Padre Vilson, o cumprimenta e abraça-o, eu tento uma saudação tímida, mas seu olhar não é fácil de sustentar, me enche de constrangimento e inadequação. Sua história é difícil, conta a injustiça e a profunda malícia de uma vida que às vezes não se pode escolher. Estuprada, abusada, com dois filhos, ela tenta desesperadamente afastá-los do marido viciado em cocaína. Prostituta muito jovem para os clientes muito ricos, sem conexão na desolação de sua comunidade. Ela ama a vida, desesperada chora com o padre Vilson porque não pode e não quer ser dominada por uma vida tão injusta.

Na comunidade do padre Vilson ela encontra uma luz, uma ponte, um único caminho viável.

Sua história é forte, mas ainda mais sua luta. Uma luta como mulher que a distingue, como mãe, que lhe dá honra. Ela também encontra aqui, na rede de ajuda do Instituto Padre Vilson Groh, uma poderosa conexão wi-fi e mesmo que o poder do 4G estivesse faltando, ela saberia quanta força têm as redes de uma comunidade que escuta, educa, dando a possibilidade de fazer escolhas independentes e corajosas.

É preciso coragem, uma força que só o choro dessa garota poderia comunicar.

Il mio nome è Matteo Mancini, ho 27 anni e provengo da un piccolo paese della provincia di Cuneo, Mondovì.
Sono un educatore professionale, lavoro in una Cooperativa sociale chiamata Caracol. I primi Indios del Chiapas in Messico avevano profonda considerazione per la figura del Caracol (chiocciola), che rappresentava l’entrata verso il cuore, la conoscenza e anche l’uscita dal cuore per andare nel mondo.
Con il Caracol si richiamava la collettività affinchè la parola scorresse dall’uno all’altro e nascesse accordo; il caracol era d’aiuto affinchè l’orecchio udisse anche la parola lontana.
Recentemente, con l’Università Cattolica di Milano, in seno a Scienze della formazione ho iniziato un percorso di laurea magistrale in MediaEducation che mi sta dando la possibilità di intraprendere un tirocinio estero.
In questo percorso si articola un viaggio frutto di un’esperienza che vuole farmi maturare sia a livello professionale, che umano.
Sappiamo quanto sia importante non smettere mai di imparare, di formarsi e di conoscere; a volte altre culture, altri usi e costumi arricchiscono il nostro bagaglio esperienziale facendoci maturare visioni e prospettive, che non saremmo stati in grado di intravedere senza.
Ho scelto dunque di partire per il Brasile, precisamente a Florianopolis (Santa Catarina) e a Sao Paulo per conoscere due precise realtà che mi racconteranno come ogni giorno l’educazione si confronta con il difficile quotidiano, interrogandosi sulle corrette pratiche d’intervento per portare professionalità e possibilità legate alla costruzione collaborativa di una vita sociale armoniosa, ricca e degna di essere vissuta.
La prima realtà osservata sarà il contesto sociale di Florianopolis che mi vedrà ospitato all’interno della complessa rete dell’Istituto Padre Vilson Groh e mi porterà ad interagire attivamente con la Universidade Federal de Santa Catarina
La seconda realtà osservata sarà L’istituto Paulo Freire di Sao Paulo.
Obrigado.

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