di Maria Cristina Garbui e Giorgia Mauri
Giovedì 18 marzo 2021 si è svolto un webinar a cura di DGSIOS presso la Fiera Didacta Online in cui è intervenuto il professor Pier Cesare Rivoltella, direttore CREMIT e presidente SIREM, assieme alle collaboratrici del Centro di Ricerca Maria Cristina Garbui e Giorgia Mauri, per trattare di Data Literacy Education (DLE).
L’incontro si è avviato muovendo dalle provocazioni poste dai ragazzi e dalle ragazze dello Youth Panel del SIC (Social Innovation Citizen):
- Come può esserci di aiuto la Data Literacy?
- Come si può evitare che l’utilizzo di internet e dei social media non sia dannoso per i nostri diritti e la nostra libertà?
- Il consenso al trattamento dei dati che noi diamo è reale?
- All’interno di una dimensione onlife, la nostra vita privata è ancora davvero privata?
Riportiamo qui alcuni passaggi salienti del webinar a partire dall’intervento d’apertura del professor Rivoltella.
Oggi la Data Literacy si rivela essere l’ultima frontiera della Media Literacy Education: si tratta di saper leggere i nuovi alfabeti della contemporaneità, che richiedono nuove competenze, più dinamiche e flessibili, e una chiarezza di fondo sulle caratteristiche dell’attuale società in cui i media sono al centro.
Per fare questo è necessario porre l’attenzione su tre dimensioni di analisi:
1. Il divario attualmente esistente tra spazio pubblico e spazio privato viene ad assottigliarsi, dando vita ad una porosa zona di confine: la publicy;
2. […] L’aumento dell’informazione disponibile pone la questione del consenso;
3. La libertà dell’utente si pone in dialogo con l’architettura anarchica che contraddistingue la rete.
Le proposte operative presentate da Maria Cristina Garbui e Giorgia Mauri si sono inserite all’interno del contesto della Data Literacy Education, proponendo delle attività pratiche indirizzate alla Scuola Primaria e Secondaria messe in campo nel progetto di Media Education attivato da qualche anno presso l’Istituto Achille Ricci di Milano.
Inseriamo qui alcuni rimandi alle attività.
Attività 1: Condividere o non condividere, questo è il tema!
L’attività mira ad alimentare la consapevolezza degli studenti in merito alla possibilità di gestire i propri dati, sia all’interno dei processi di archiviazione sia in quelli di condivisione. L’aula è stata suddivisa in due spazi: il primo, lo spazio pubblico, in cui esporre gli artefatti creati dagli studenti all’interno di una cornice presente nel corridoio dell’Istituto ed il secondo, lo spazio privato, in cui archiviare i materiali in una valigia collocata nel contesto-classe.
L’intenzionalità di ciascuno studente si rivela essere guida nel prendere delle decisioni sul campo e iniziare a diventare responsabile delle proprie scelte, così come il lavoro critico sui dati riguardante la Data Doing consiglia e prevede. Per approfondire con gli studenti la tematica in essere potrebbe rivelarsi significativo toccare anche aspetti come l’identità digitale, l’estimità, il data activism, l’utilizzo etico dei dati.
Attività 2: Il media-menù
Il media-menù mira a sviluppare la capacità degli studenti di fare riferimento, contestualizzare ed utilizzare i dati in loro possesso per comunicare a compagni e insegnanti i risultati derivati dalla costruzione della propria dieta mediale, riorganizzandoli all’interno di un’infografica.
Questa proposta operativa si inserisce all’interno dell’orizzonte della Data Literacy per tre motivi:
- si poggia sul processo di decodifica e comunicazione dei dati che vede per lo studente la possibilità di sviluppare maggiormente la propria capacità di analisi della realtà che lo circonda;
- si orienta verso la promozione della capacità dello studente di visualizzare, interpretare e manipolare i dati, rappresentandoli in modi differenti e incrementando la costruzione del proprio pensiero critico-riflessivo;
- consente l’esercizio della propria cittadinanza, proponendosi in modo sempre più responsabile nell’aiuto/supporto di altri utenti nel processo di alfabetizzazione dei dati.
Attività 3: Il termometro della privacy
L’attività individua e mette in atto sistemi di prevenzione e di sviluppo della consapevolezza nell’utilizzo dei propri dati personali all’interno dell’universo social.
Nel contesto classe si propone l’uso di una corda colorata di gradazione dal bianco al blu, che attraversa e lega la dimensione privata, condivisa e pubblica.
Gli studenti scattano una fotografia e la appendono sulla corda dopo aver individuato la sua dimensione di visibilità (privata, condivisa e pubblica). Viene allegata una didascalia che declina tre categorie di analisi: i destinatari, il luogo all’interno del quale condividere l’artefatto e le motivazioni che li hanno spinti a condividere il prodotto.
Attività 4: Cookieopoli
L’attività consente agli studenti di comprendere le dinamiche che sottendono la condivisione di dati personali all’interno di piattaforme digitali e di manipolare queste stesse dinamiche in forma ludica.
Si propone agli studenti una rivisitazione del gioco in scatola Monopoli, le cui logiche si animano in funzione dei dati.
I terreni tradizionali si trasformano in luoghi digitali, come Wikipedia, Spotify, le testate giornalistiche online; il capitale economico si datifica, le banconote rappresentano le ricerche di mercato alle quali partecipiamo o la personalizzazione delle nostre pubblicità; gli imprevisti e le probabilità entrano nel vissuto quotidiano.
Lo studente si immerge all’interno del gioco stando in equilibrio tra il desiderio di impadronirsi dei luoghi virtuali e la consapevolezza di cedere i propri dati.
Quali possibili rilanci?
In conclusione il professor Rivoltella pone un’importante considerazione: l’utilizzo del digitale per fare Data Literacy Education non è indispensabile; la proposta analogica si rivela altrettanto efficace.
Per approfondire: