D.A.D. Insegnare e Valutare – Formazione docenti dell’Arcidiocesi di Milano

di Alessandra Carenzio

D.A.D. Insegnare e Valutare – Formazione docenti dell’Arcidiocesi di Milano

D.A.D. Insegnare e Valutare – Formazione docenti dell’Arcidiocesi di Milano


di Angelo Bertolone

I mesi di didattica a distanza hanno segnato tutte le componenti della società italiana. Ognuno di noi ha avuto a che fare, direttamente o indirettamente, con questa modalità differente di vivere le esperienze scolastiche e formative in generale. Anche gli insegnanti di religione cattolica si sono ritrovati ad affrontare questa sfida educativa e si sono fermati, sollecitati dal Servizio IRC della Diocesi di Milano, a riflettere sul senso di quanto vissuto durante i mesi di DAD, sulla didattica digitale, sui processi di valutazione e sugli scenari possibili.

Giornata plenaria in sincrono

La giornata ha avuto inizio con il saluto dell’Arcivescovo di Milano Mario Delpini il quale ha ricordato l’importanza della presenza degli insegnanti di religione nella scuola italiana. Il profilo delineato dall’arcivescovo descrive l’IdRC come colui che: 

  1. raccoglie ed educa le domande degli studenti e li aiuta a trovare le risposte;
  2. diventa portatore di una sapienza lieta che invita a contemplare la bellezza del vivere;
  3. promuove percorsi interdisciplinari che favoriscano uno sguardo globale sulle tematiche proposte.

Dopo questa prima fase il Direttore dell’Ufficio IRC don Gian Battista Rota introduce l’intervento dei due relatori affermando che “il covid-19 ha fatto molto di più che colpire il corpo”. Esso, infatti, “ha toccato l’essenza profonda dell’uomo e il suo essere in relazione”. La tecnologia, frutto dello stesso genio umano, viene in suo aiuto, ma va evitato che si passi tra i due estremi: “quello del rifiuto a priori e quello che diventi l’unico canale della relazione”. La giornata allora diventa un “momento di riflessione sull’essere e sull’essere docenti di religione cattolica prima di tuffarsi nel fare”. Atteggiamento pienamente conforme alla fede cristiana e a quei “valori essenziali di cui noi, come testimoni, siamo portatori”.

Il momento di riflessione tra il prof. Pier Cesare Rivoltella e il prof. Pierpaolo Triani è stato concepito dagli stessi come uno scambio di idee e di opinioni. Un dialogo vivace sulla didattica che dall’inizio alla fine abbia a cuore unicamente il senso del fare scuola in questo periodo storico. 

Progettare e Valutare

All’inizio del suo intervento il prof. Rivoltella si concentra principalmente sulla necessità, ancor di più a distanza, di fare progettazione didattica. Da questa esigenza, emerge la figura dell’insegnante come designer. Applicare la categoria del design alla didattica vuol dire responsabilizzare il docente che ragiona sulla struttura della lezione e su ogni suo dettaglio. Il design didattico diventa in questo modo un framework necessario per rendere efficace un insegnamento portato avanti con l’uso della tecnologia. 

“Questo tempo ci ha insegnato che quando si progetta a distanza non è consentito improvvisare. Occorre fare progettazione esplicita, fissata su carta o su schermo (schema, materiali, tempi, ecc…) che aiuti il docente a “sapere esattamente cosa faccio io e cosa fanno i miei studenti e a scegliere al meglio tutti gli strumenti e i materiali di cui può essere oggi fruitore e autore”

Riguardo alla scelta e alla produzione dei materiali, il prof. Rivoltella si concentra  sulle immense risorse presenti sul web, ma anche sullo scarso utilizzo delle library, ossia le estensioni online del libro di testo, da parte dei docenti italiani. Infatti, osserva che “solo il 10-15% gli insegnanti attingono ai contenuti digitali extra messi a disposizione dal proprio libro di testo”. Un patrimonio a cui potrebbero attingere e che viene molto spesso ignorato in favore di materiali auto-prodotti che molte volte non rispondono alle reali esigenze di quella fase del proprio progetto didattico. 

Nel corso del dialogo, poi, si sottolinea quanto sia fondamentale la dimensione del valutare. Un tema, questo, estremamente connesso a quello della progettazione. Una valutazione, afferma il prof. Triani, non può essere misurazione rigida della prestazione, ma al contrario diventa un momento di riflessività all’interno del processo formativo. La raccolta dei dati sarà accompagnata da una formulazione di un giudizio che aiuta la persona a crescere e a comprendersi all’interno del processo formativo. La restituzione deve diventare “il senso globale dell’atto valutativo nella scuola”. Quest’ultima, in definitiva, deve e può configurarsi come uno “spazio di riflessività, un momento che aiuta lo studente a richiamare i singoli passaggi (chiari e/o poco chiari)”. La valutazione diventa in questo modo un dispositivo fondamentale in questo spazio. 

Approfondimenti in asincrono

Nel suo intervento “IRC. Insegnanti in Rete Connessi. Progettare la didattica online”, il prof. Rivoltella ha lanciato diverse piste di riflessione sottolineando cheprogettare per la didattica a distanza significa sforzarsi di non trasferire on line quello che si farebbe in classe”. Dopo aver esplicitato la distinzione tra la progettazione macro (percorso globale) e micro (attività settimanali), entra nel vivo della questione esprimendo la necessità di fare un lavoro compiuto di “design”. 

Il docente, continua, dovrà dare particolare rilevanza a tre nuclei fondamentali: 

  1. l’organizzazione dei contenuti;
  2. il carico cognitivo e i tempi dell’attenzione dello studente;
  3. i formati dei materiali e la gestione dell’interazione. 

“L’insegnante è un designer nella didattica nel momento in cui non improvvisa, ma progetta costantemente. Il lavoro del docente, allora, non potrà che essere indirizzato verso una pianificazione in continuo divenire e in cui i feedback degli studenti avranno un ruolo cruciale in tutto il percorso formativo”.

Il Prof. Pierpaolo Triani nel suo intervento dal titolo “Osservare, raccogliere, “restituire” per far crescere: la valutazione scolastica come azione educativa ha ricordato che “la pratica valutativa non è un atto semplice, ma un’azione composita che va letta in un’ottica di processo e declinata tenendo sempre insieme le ragioni di fondo (il perché) con gli aspetti operativi (il che cosa, il come, il quando e il dove). Essa chiede di essere agita nella consapevolezza di essere componente interna all’azione didattica e perciò fattore che concorre alla qualità educativa dell’insegnamento”.

Formazione continua

Le molteplici sollecitazioni e le domande sorte durante i due momenti, in sincrono e in asincrono, saranno la base del lavoro di formazione nei gruppi territoriali che per quest’anno verranno tenuti in D.A.D. In tal senso, il direttore dell’ufficio IRC, afferma che continuare la formazione nei gruppi territoriali a distanza “permetterà ai docenti di sperimentare e capire dall’interno le strategie che sono possibili mettere in campo” nei prossimi mesi e probabilmente anche in futuro. Una formazione che vedrà l’IdRC approfondire e prendere consapevolezza sul suo profilo di futuro designer didattico che progetta, costruisce e valuta percorsi formativi per i propri studenti.

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