di Veronica Baffi, Maria Cristina Garbui, Marta Giudici e Giorgia Mauri, Cremit
L’Istituto Achille Ricci di Milano (di cui vi abbiamo appena raccontato la storia) ha deciso di avvalersi nella progettazione del curricolo verticale di Media Education anche per l’anno scolastico 2020-2021, il terzo dall’avvio della collaborazione, della professionalità ed esperienza del CREMIT.
In particolare, sono proprio le classi II, IV e V della Scuola Primaria che quest’anno hanno aderito al Progetto PoliCultura promosso dal Politecnico di Milano per le scuole, italiane e del mondo.
Ogni classe partecipante ha realizzato una narrazione multimediale su un tema a propria scelta: un’attività didattica, un argomento curriculare, la cultura locale…
In particolare, il progetto “Spazio chiama Terra, Terra chiama Spazio” si è concentrato sulla sperimentazione di un’attività di Digital Storytelling (DST) realizzata in tandem tra i diversi attori, occasione significativa che ha rinnovato la rete delle relazioni attivate in presenza durante il periodo di DAD, recentemente vissuto.
Tre personaggi noti del mondo aerospaziale – Samantha Cristoforetti, Jeanette Epps e Valentina Tereskova – hanno preso vita all’interno di una narrazione fantastica, che li ha visti protagonisti di un viaggio: una missione intergalattica raccontata da Diodazio, il dio dello Spazio. Gli studenti, autori indiscussi, hanno creato e guidato il flusso narrativo attraverso la realizzazione di artefatti multidisciplinari.
L’atteggiamento cooperativo e collaborativo all’interno delle classi, in dialogo con le molteplici discipline coinvolte, ha orientato la scelta della tematica.
L’interdisciplinarietà è risultata essere fondamentale per lo svolgimento del progetto: il flusso di competenze ha promosso una contaminazione tra le stesse per la realizzazione del prodotto finale.
L’utilizzo consapevole delle tecnologie ha consentito ai bambini di sperimentarsi nella ricerca di informazioni sul web in merito alle più disparate figure di scienziate – talvolta anche inedite – per dar voce al desiderio condiviso di poter approfondire una tematica alquanto attuale circa la figura della donna nella società odierna, raccontandola attraverso la tecnica del Digital Storytelling in classe.
Il genio femminile che celebra modi nuovi e indipendenti di fare scienza ha favorito un più ampio percorso inclusivo, manifestando l’affermarsi della donna come figura competente ed emancipata.
Gli studenti hanno avuto così la possibilità di sperimentare ed esercitare la loro cittadinanza digitale, sviluppare un’apertura interdisciplinare nei confronti della conoscenza ed iniziare ad interrogarsi circa il significato più vero, concreto e tangibile del termine inclusione.
Lo sviluppo di competenze rappresenta il cuore del progetto: data l’interdisciplinarietà della proposta sono state prese in considerazione più competenze, che si sono mosse all’unisono per la realizzazione del prodotto. La competenza linguistica e la competenza digitale sono state quelle maggiormente riprese durante le attività.
La certificazione in termini valutativi dell’esperienza ha messo in luce possibili rilanci ed eventuali elementi critici di ciascun intervento proposto dal singolo alunno, relativamente alle tre dimensioni di sapere, saper fare e saper essere. Anche la competenza digitale è stata sviluppata nella sua totalità, a partire dalla dimensione alfabetica, data dalla conoscenza di strumenti e codici; alla dimensione critica, in cui viene chiesto agli alunni di analizzare i contenuti mediali e capirne le dinamiche che li muovono; alla dimensione espressiva, legata alla produzione di contenuti, focalizzando l’attenzione sull’aspetto estetico e di produzione comunicativa efficace.
In conclusione, proponiamo un interessante rilancio che si intreccia perfettamente con la nostra esperienza.
L’utilizzo del digitale per fare DST non è indispensabile; la proposta analogica si rivela altrettanto efficace, con un’unica attenzione: coinvolgere i bambini, che, in questo caso, hanno dato vita ad una forma di comunità tra le classi, una rete di piccole-grandi unicità.
Per approfondire:
- Progetto PoliCultura – Narrazioni 2020/2021
- Data Literacy Education (DLE), CREMIT interviene a Fiera Didacta
- Il digitale a scuola come spazio di cittadinanza attiva
L’Istituto Achille Ricci si racconta:
- La tradizione nell’innovazione, storia di una sfida educativa avvincente
- L’esperienza del MeLab: il caso della Media Education di Cremit in Achille Ricci
- A lezione di Media Education con MeLab. La testimonianza dai banchi delle tutor del Cremit in Achille Ricci
- MELab, un curricolo di educazione civica digitale… tra tradizione e innovazione