di Alice Cabassi, insegnante di scuola primaria dell’IC Diaz di Milano
Giovedì 15 febbraio si è tenuto a Milano un convegno dal titolo “Alfabetizzazione mediatica e digitale a tutela dei minori: comportamenti, opportunità e paure dei navigatori under 16”. L’evento ha avuto come obiettivo quello di avviare una riflessione sull’alfabetizzazione mediatica e digitale a partire dai risultati dello studio presentato.
La ricerca multi-metodo è stata inquadrata all’interno del progetto “Piantaforme – studiare e coltivare relazioni tra minori e media”, presentato dal professor Ruggero Eugeni, un’iniziativa promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy in collaborazione con ALMED, Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo.
I ricercatori dell’Ateneo hanno illustrato i risultati della ricerca e le modalità con cui è stata condotta, partendo dalla seguente domanda di ricerca: “Come possono essere realizzati dei progetti che valorizzano l’esperienza che i minori fanno negli ambienti di rete?”
Dall’analisi condotta su un campione di 1677 bambini e adolescenti tra gli 8 e i 15 anni, è emersa una tendenza diffusa ad anticipare l’ingresso in rete dei minori e, nello specifico, 7 ragazzi su 10 possiedono un proprio smartphone raggiunti 10/11 anni. La maggior parte dei soggetti intervistati riporta di vivere esperienze positive online, principalmente associate all’intrattenimento. Tuttavia, una parte significativa del campione ha riferito di aver vissuto almeno una volta episodi negativi, legati ai temi del cyberbullismo, hate speech o fake news.
Più di tre quarti del campione (78%) naviga online per meno di 3 ore al giorno. Tuttavia, una fascia consistente di ragazzi (19%) si connette per 4 o più ore, con un picco del 33% tra i 14-15enni. Questo gruppo di “iperconnessi” mostra un benessere psico-fisico e relazionale significativamente inferiore alla media su diversi aspetti.
Lo studio evidenzia come il consumo di media da parte dei minori sia caratterizzato da un’alternanza di momenti solitari e condivisi, che variano anche a seconda dei diversi momenti della giornata e dei giorni della settimana.
Inoltre, dai focus group effettuati anche con il supporto di Cremit, è emerso come i ragazzi stanno sviluppando capacità autoriflessive e auto tutelanti rispetto alla propria vita online, seppur con ampie differenze individuali. Le diverse esperienze e motivazioni che guidano gli utenti cambiano radicalmente in base al social network utilizzato e le finalità variano dall’informazione all’esplorazione all’intrattenimento.
Dall’analisi dei social, Instagram emerge come una realtà interattiva che stimola reazioni di tipo emotivo attraverso un like, un cuore o una reaction immediata e riporta un livello di gradimento leggermente più alto rispetto agli altri. Tiktok è utilizzato in modo più passivo per “lasciarsi andare al flusso” e i contenuti vengono visualizzati in modo veloce e disattento, mentre gli utenti che interagiscono su Facebook sembrano adottare un atteggiamento più riflessivo e informativo, visualizzano meno post, ma leggendo tutti i commenti.
Dalle abitudini di consumo e dai comportamenti dei soggetti analizzati è stato possibile delineare quattro profili di utenti:
Nella seconda parte del convegno si è aperto un tavolo di discussione finalizzato ad individuare gli strumenti e le linee di intervento da adottare per l’alfabetizzazione digitale a tutela dei minori.
Alfredo Ferrante, del Dipartimento Politiche della Famiglia, ha iniziato la discussione ricordando che molti dei partecipanti alla ricerca non avrebbero dovuto essere attivi sui social media secondo i limiti d’età e ha sottolineato l’importanza dell’impegno dei gestori per garantire un controllo più rigoroso sull’accesso e sull’utilizzo di tali piattaforme.
Filomena Menna dell’Istituto degli Innocenti, ha posto l’attenzione sull’ascolto delle esperienze dei ragazzi per migliorare la loro sicurezza online.
Carla Granieri rappresentante di ANICA, Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche, Audiovisive e digitali, ha evidenziato la responsabilità delle aziende nel produrre contenuti digitali, presentando il contest “La realtà che non esiste“, che mira a promuovere l’educazione digitale e sensibilizzare sui rischi online.
Maria Eleaonora Lucchin di Confindustria Radio e Tv, ha esposto l’impegno del settore nella tutela dei minori, proponendo nuove normative e criteri di classificazione dei contenuti per adattarsi al contesto digitale e promuovere una cultura digitale responsabile e condivisa.
Davide Gallino e Francesco Marrazzo, rappresentati di AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, hanno riportato il coinvolgimento attivo nei tavoli europei riguardanti la tutela dei minori e la promozione dell’alfabetizzazione digitale, evidenziando l’importanza dello scambio di informazioni e delle iniziative di alfabetizzazione digitale e algoritmica a livello comunitario.
Rassegna stampa:
Irrequieti ed esploratori, l’identikit dei navigatori under 16, Secondo Tempo, 16 febbraio 2024
Internet, lo studio dell’Università Cattolica sui navigatori under 16, Sky TG24, 15 febbraio 2024
Consumo dei media digitali e comportamenti dei minori, Ministero delle Imprese e del made in Italy, 15 febbraio 2024